Al Sistani chiede agli iracheni di registrarsi per le elezioni di gennaio

Najaf (AsiaNews/Agenzie) – La più alta personalità religiosa del clero sciita, l'ayatollah Al Sistani, ha chiesto a tutti gli iracheni di partecipare alle elezioni di gennaio 2005. L'invito è stato diffuso oggi con una dichiarazione distribuita dall'ufficio dell'ayatollah a Najaf.

"Tutti i cittadini che hanno diritto a votare, maschi e femmine, dovrebbero porre i loro nomi nelle liste elettorali e verificare che essi siano scritti in modo preciso" dice la dichiarazione.

Al Sistani suggerisce anche di istituire dei comitati popolari per aiutare la gente a prendere parte alle elezioni che, continua il comunicato, "speriamo abbiano luogo al tempo fissato, siano libere e vedano la partecipazione di tutti gli iracheni". Nel documento si dice che la registrazione per votare comincerà il 1 novembre e andrà avanti per 6 settimane.

Al Sistani è il potere spirituale più grande nella comunità sciita irachena. Grazie al suo intervento si è concluso l'assedio di Najaf e il disarmo delle milizie di Moqtada al Sadr.  Il grande ayatollah, rispettato anche in Iran, è sempre stato a favore delle elezioni fin dai tempi del governo provvisorio sotto l'egida americana. Alcuni gruppi sanniti, spesso legati alla vecchia guarda baathista, sono invece scettici sulle elezioni, che possono essere viziate dalla presenza dell'esercito americano.

Finora il governo ad interim non ha fissato una data precisa, ma alcuni mesi fa una risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu ha stabilito che ci siano le elezioni e che avvengano entro il 31 gennaio 2004. Le elezioni serviranno a scegliere 275 parlamentari il cui scopo fondamentale sarà quello di stilare una costituzione permanente del paese. La ratifica di questa nuova costituzione metterà le basi legali per una nuova chiamata generale alle urne entro la fine del 2005.

La comunità sciita, costituendo circa il 60% dei 25 milioni di iracheni, avrà un ruolo importante nel governo del paese. Sotto Saddam Hussein gli sciiti erano fortemente emarginati.