Processi lenti e assoluzioni a catena per i pogrom dell’Orissa
di Ajay Kumar Singh
Due ong del Kandhamal promuovono un incontro con le vittime delle violenze e lanciano l’allarme: i fallimenti della giustizia portano il “rischio di tensioni sociali”. Dei 900 casi depositati solo 30 sono stati dibattuti nelle corti speciali. Ad oggi le assoluzioni sono 115, le condanne solo 27 e i testimoni dei processi vivono sotto minaccia continua.

Bhubaneshwar (AsiaNews) – A oltre un anno dalle violenze anti-cristiane in Orissa, la giustizia verso le vittime sembra ancora molto lontana. Su quasi 900 casi depositati, solo 30 sono stati dibattuti; su 680 persone arrestate, vi sono finora  115 assoluzioni e solo 27 condanne. I due tribunali speciali dell’Orissa, che dai primi di marzo si occupano dei processi, sono divenuti famosi perché prosciolgono i colpevoli per mancanza di prove o concedono con facilità  libertà su cauzione ad assassini. L’ultimo e più eclatante è relativo a Manoj Pradhan, parlamentare locale del Bharatiya Janata Party (Bjp), accusato di essere una delle menti dei pogrom (Vedi AsiaNews, 30/10/2009, “Orissa: libero su cauzione il politico indù accusato di 7 omicidi di cristiani”).

Le comunità locali rimangono stupite dall’esiguo numero di condanne di fronte all’enorme numero di vittime e di danni provocati con i pogrom dello scorso anno: 90 persone uccise (ma fonti locali dicono almeno 500), fra essi 6 pastori e un sacerdote cattolico; 18mila cristiani feriti; 2 donne violentate tra cui una suora; distrutti 315 villaggi; 4.640 case di cristiani bruciate; 54mila sfollati, 149 chiese distrutte; 13 scuole e istituti danneggiati.

 La libertà e il proscioglimento di molti accusati mette i testimoni delle violenze in situazione di pericolo; molti di loro subiscono minacce perché non si presentino a testimoniare nei processi.

 Davanti a questa situazione, due ong del Kandhamal lanciano l’allarme affermando che “la disperazione delle vittime può portare a tensioni sociali se la loro situazione non viene affrontata in modo adeguato”.

 Common Concern e Odisha Manavik Adhikar Abhijan, questo il nome delle due organizzazioni, hanno convocato oggi le vittime delle violenze del Kandhamal alla Lohia Academy di Bhubaneshwar, capitale dell’Orissa, per far sentire loro la vicinanza e l’attenzione della società civile dello Stato e offrire supporto legale a chi sta cercando di ottenere giustizia nonostante le deficienze delle Fast-track courts e il clima di tensione che ancora grava sui cristiani.