La Cina rifiuta le proposte di pace di Chen Shuibian

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – La Cina ha rigettato oggi le proposte di pace avanzate dal presidente taiwanese Chen Shuibian. Zhang Mingqing, portavoce di Pechino per gli Affari di Taiwan ha  riaffermato la posizione della Cina e ha messo in guardia lo stesso Chen dal fare passi verso l'indipendenza dell'isola per non rischiare "una grande catastrofe".

"Chen Shuibian pretende di abbassare la tensione nello Stretto [fra Cina e Taiwan - ndr] ma si ostina nella sua visione separatista di 'una nazione per ogni lato dello Stretto'". Per Zhang Mingqing,  Chen "continua a negare che Taiwan è parte della Cina ed arriva fino ad accusare in modo subdolo la madrepatria di alimentare la tensione" fra Pechino e Taipei.

L'aspra critica di Zhang era diretta contro il discorso di Chen Shuibian lo scorso 10 ottobre, in cui il presidente taiwanese ha domandato alla Cina di entrare in dialogo per ridurre la tensione e l'escalation militare nello Stretto. Il discorso solenne è avvenuto nel giorno della Festa nazionale di Taiwan ("Doppio Dieci", il 10 ottobre). Chen ha chiesto a Pechino di tenere dialoghi di pace sulla base di un incontro tenuto ad Hong Kong nel 1992, quando Cina e Taiwan si sono trovati d'accordo sul principio "una sola Cina".

"Vorrei prendere l'iniziativa – aveva detto Chen – di proporre alle due sponde la base dell'incontro del 1992 ad Hong Kong, cercando possibili schemi che 'non sono necessariamente perfetti, ma accettabili'  in preparazione di passi maggiori per la ripresa del dialogo e della consultazione".

Chen aveva aggiunto che sperava attuare "misure per accrescere la fiducia attraverso consultazioni e un 'codice di condotta' per giungere a garantire una pace permanente nello stretto".

La proposta di Chen ha trovato approvazione negli Stati Uniti, che suggeriscono da tempo a Taiwan di non provocare la Cina, di riprendere i dialoghi e diminuire la tensione nello Stretto, che è divenuta una minaccia potenziale alla stabilità della regione.

Accademici cinesi hanno però sminuito le proposte pacifiche di Chen Shuibian. Per loro esse sono soltanto una pubblicità al partito del presidente, il Partito del progresso e della democrazia (DPP), che si prepara alle elezioni parlamentari entro la fine dell'anno. In passato il DPP ha spesso spinto per una dichiarazione  unilaterale per l'indipendenza di Taiwan, ma ha poi fatto una silenziosa marcia indietro nel timore di perdere elettori, timorosi delle reazioni anche militari della Cina.