Wen Jiabao all’Africa: “Pronti 10 miliardi di dollari in prestiti”
Il premier cinese lancia la politica di sostegno al Continente nero: tre anni di nuovi investimenti. E Pechino attacca l’Occidente, “nervoso” per questa nuova fase diplomatica.

Sharm el-Sheikh (AsiaNews/Agenzie) – La Cina ha offerto ieri 10 miliardi di dollari di prestiti al continente africano, una cifra che verrà devoluta nei prossimi tre anni. Il premier cinese Wen Jiabao, estensore della proposta, ha dichiarato che Pechino è “un vero e fidato amico” del continente nero e della sua popolazione. La dichiarazione è stata fatta nel corso del summit sino-africano in corso in questi giorni a Sharm el-Sheikh, in Egitto.

 L’offerta di aiuto rappresenta esattamente il doppio di quanto venne garantito dal presidente Hu Jintao nel corso dell’ultimo summit, che si è svolto nella capitale cinese nel 2006. L’aumento si spiega con il fatto che la Cina mira a moltiplicare le proprie relazioni con i governi africani, un rapporto che comunque va avanti da decenni. Fu Mao Zedong a iniziare la politica di sostegno ai governi africani: milioni di dollari in cambio di riconoscimenti internazionale, negli anni in cui era Taiwan ad avere un seggio alle Nazioni Unite. Inoltre, il governo maoista sosteneva attivamente i movimenti di liberazione anti-coloniale del Continente nero.

 Spiegando il piano di prestiti, Wen ha detto: “Aiuteremo l’Africa a mettere in piedi un vero sistema finanziario. Per questo concediamo dieci miliardi di dollari di prestito”. Il vorticoso aumento del giro d’affari fra Cina e Africa - 7,8 miliardi di dollari in investimenti diretti soltanto nel 2008 – innervosisce molto l’Occidente. I governi europei, ad esempio, accusano Pechino di essere interessata soltanto alle risorse naturali africane; da parte sua, la Cina sostiene che il Vecchio mondo tratta l’Africa ancora come una colonia.

 Secondo il popolare tabloid Global Times – edito dal Quotidiano del Popolo – l’Occidente “ha paura della rinnovata vicinanza fra noi e l’Africa”. Citando l’esperto Xu Weizhong, il giornale continua: “Gli europei considerano queste nazioni come il loro cortile. È chiaro che non siano felici dell’arrivo dei cinesi”.

 Kwaku Atuahene-Gima, direttore esecutivo del Programma africano della China Europe International Business School di Shanghai, sostiene questo punto di vista: “La politica cinese è basata sul mutuo sviluppo. Poche nazioni occidentali hanno una politica estera come questa: la maggior parte di quei governi insiste invece nel voler dire all’Africa cosa deve fare”.