Papa: tutto è destinato a passare; chi accoglie la Parola di Dio porta in sé un germe di eternità
Benedetto XVI commenta il vangelo di Gesù sulla fine del mondo. Il “germe di eternità” della Parola di Dio si manifesta già ora “in una vita buona, animata dalla carità, e alla fine produrrà la risurrezione della carne”.

Città del Vaticano (AsiaNews) – “Tutto è destinato a passare” e solo le parole di Gesù “non passeranno”. Per questo, i fedeli che accolgono la Parola di Dio, “portano in sé un germe di eternità”. Con queste parole Benedetto XVI ha spiegato le parole profetiche di Gesù che vengono citate nel vangelo di oggi, alla penultima domenica dell’anno liturgico (Mc 13, 24-32).

Nel vangelo – spiega il papa -  “c’è una frase che colpisce per la sua chiarezza sintetica: ‘Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno’ (Mc 13,31)…. Gesù dichiara che tutto ciò è destinato a "passare". Non solo la terra, ma anche il cielo, che qui è inteso appunto in senso cosmico, non come sinonimo di Dio. La Sacra Scrittura non conosce ambiguità: tutto il creato è segnato dalla finitudine, compresi gli elementi divinizzati dalle antiche mitologie: non c’è nessuna confusione tra il creato e il Creatore, ma una differenza netta. Con tale chiara distinzione, Gesù afferma che le sue parole "non passeranno", cioè stanno dalla parte di Dio e perciò sono eterne”.

“In una celebre parabola – continua il pontefice -  Cristo si paragona al seminatore e spiega che il seme è la Parola (cfr Mc 4,14): coloro che l’ascoltano, l’accolgono e portano frutto (cfr Mc 4,20) fanno parte del Regno di Dio, cioè vivono sotto la sua signoria; rimangono nel mondo, ma non sono più del mondo; portano in sé un germe di eternità, un principio di trasformazione che si manifesta già ora in una vita buona, animata dalla carità, e alla fine produrrà la risurrezione della carne. Ecco la potenza della Parola di Cristo”.

E prima di pronunciare le parole della preghiera mariana, Benedetto XVI  aggiunge: “La Vergine Maria è il segno vivente di questa verità. Il suo cuore è stato ‘terra buona’ che ha accolto con piena disponibilità la Parola di Dio, così che tutta la sua esistenza, trasformata secondo l’immagine del Figlio, è stata introdotta nell’eternità, anima e corpo, anticipando la vocazione eterna di ogni essere umano. Ora, nella preghiera, facciamo nostra la sua risposta all’Angelo: ‘Avvenga per me secondo la tua parola’ (Lc 1,38), perché, seguendo Cristo sulla via della croce, possiamo giungere pure noi alla gloria della risurrezione”.