Papa: riscoprire nella bellezza un itinerario per giungere a Dio
Appello perché si moltiplichino gli sforzi per rispettare i diritti dei bambini. Nel discorso per l’udienza generale Benedetto XVI ha parlato delle cattedrali romaniche e gotiche, “gloria del Medioevo cristiano”. Una preghiera per “quanti sono coinvolti nell’azione missionaria in ogni angolo della Terra.”.
Città del Vaticano (AsiaNews) – La bellezza del creato e quella dell’opera dell’uomo possano essere un itinerario, “forse il più attraente e affascinante”, per giungere a Dio. E’ la preghiera che Benedetto XVI ha elevato al termine della sua riflessione per l’udienza generale, dedicato alla “vera gloria del Medioevo cristiano”: le cattedrali, “una delle ispirazioni artistiche piu universali”. Costruite in stile romanico prima e gotico poi, esse “non si possono comprendere al di fuori della fede cristiana profondamente radicata negli uomini e nelle donne di quei secoli”.
 
Al termine dell’udienza, Benedetto XVI ha anche lanciato un appello a rispettare i diritti dei bambini. Dopodomani, ha ricordato, alle Nazioni Unite si celebrerà  la Giornata mondiale di preghiera e azione per i bambini, in occasione del 20mo anniversario della Convenzione per i diritti del fanciullo. “Il mio pensiero – è l’appello – va a tutti i bambini del mondo e specialmente a quanti vivono in condizioni difficili e soffrono a causa della violenza, degli abusi, della malattia, della guerra e della fame”. Alla comunità internazionale Benedetto XVI ha chiesto che “si moltiplichino gli sforzi per una adeguata risposta ai problemi dell’infanzia e l’impegno perché siano riconosciuti i diritti dei fanciulli e rispettata la loro dignità”.
 
La presenza, poi, dei partecipanti alla plenaria della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, ha dato occasione al Papa di esprimere la sua “viva gratitudine per generoso impegno col quale operate per la diffusione del messaggio evangelico” e di invocare la “materna assistenza” di Maria su “quanti sono coinvolti nell’azione missionaria in ogni angolo della Terra.”.
 
In precedenza, alle quasi ottomila persone presenti nell’aula Paolo VI, tra le quali i vescovi latini della regione araba, dopo che negli appuntamenti delle settimane scorse aveva parlato delle correnti teologiche medioevali e dei loro maggiori esponenti, il Papa ha parlato dell’espressione artistica di quei secoli. Un tema che egli stesso ha legato all’incontro che avrà con gli artisti, il 21 novembre.
 
“Era come una gara tra un popolo e l’altro”, che fece ricostruire quasi tutte le chiese: cattedrali e monastiche e persino le chiese di villaggio. Vari fattori contribuirono alla rinascita. Le condizioni storiche più favorevoli, dovute all’aumento della popolazione, degli scambi, della ricchezza, insieme all’elaborazione di soluzioni tecniche smpre più elaborate per aumentare le dimensioni degli edifici, assicurandone al tempo stesso la saldezza, permisero la costruzione di chiese “ove la liturgia poteva essere celebrata con dignità”.
 
“Nacquero così le chiese e cattedrali romaniche, caratterizzate dallo sviluppo longitudinale, lunghe per poter accogliere molti fedeli”. Chiese dai muri spessi, nelle quali apparvero le sculture, che avevano una funzione “più pedagogico che di perfezione tecnica”, una funzione “educativa, perchè potessero suscitare emozioni, per poter spingere a rifiutare il male e cercare il bene”. “Spesso vi è rappresentata l’Apocalisse e Cristo giudice universale”, “porta che conduce al cielo”. “I fedeli oltrepassando la porta della chiesa entrano in un tempo e in uno spazio diverso da quello della vita corrente, anticipo della vita eterna nella celebrazione liturgica e in atti di pietà”.
 
Nei secoli XII e XIII, a partire dalla Francia si diffonde un altro tipo di architettura, quella gotica, “con caratteristiche nuove, lo slancio verticale e la luminosità”. “Mostravano una sintesi di fede e arte attraverso il linguaggio universale della bellezza..Grazie all’introduzione delle volte a sesto acuto, poste su robustri pilastri fu possibile innalzare l’altezza. Lo slancio verso l’alto invitava alla preghiera. La chiesa era una preghiera” e rappresentava gli “aneliti delle anime verso Dio”.
 
I muri poterno essere traforati e le finestre abbellite di vetrate policrome, dalle quali,”una cascata di luce si riversava sui fedeli per illustrare l’anno liturgico, narrare la storia della salvezza”. “Alla decorazione partcipava tutta la comunità cristiana”, “umili e potenti, analfabeti e dotti, tutti erano istruiti nella fede. La scultura gotica ha fatto delle chiese una Bibbia di pietra”. “In quei secoli si diffuse la percezione dell’umanità del Signore, i patimenti della Passione venivano rappresentati in modo realistico, divennero immagine amata da tutti, atta a ispirare pietà e pentimento per i peccati”.
 
La scultura gotica del XIII secolo “vedeva una pietà felice e serena, una devozione sentita e filiale verso la Madre di Dio”, spesso rappresentata come “una giovane donna sorridente, potente e misericordiosa”. I fedeli, poi, recandosi nelle cattedrali “amavano trovarvi espressioni artistiche che ricordassero i santi, modelli di vita cristiana e intercessori presso il Signore”. C’erano anche “rappresentazioni del lavoro dei campi delle scienze, dell’arte, ma tutte orientato verso Dio, nel luogo ove si celebrava la liturgia”.
 
Due gli elementi dell’arte romanica e gotica che Benedetto XVI ha voluto sottolineare. Il primo è che “i capolavori sono incomprensibili se non si tiene conto dell’anima religiosa che li ha ispirati”. “Un artista, Marc Chagall. ha scritto che i pittori per secoli hanno intinto il loro pennello in quell’alfabeto colorato che è la Bibbia”.”Quando – ha commentato il Papa - la fede, in modo particolare celebrata nella liturgia, incontra l`arte, si crea una sintonia profonda, perché entrambe possono e vogliono parlare di Dio, rendendo visibile l'invisibile”.
 
In secondo luogo, “la forza dello stile romanico e lo splendore delle cattedrali gotiche ci rammentano che la via della bellezza è un percorso privilegiato e affascinante per avvicinarsi al mistero di Dio”. “Che cos`è la bellezza, che scrittori, poeti, musicisti, artisti contemplano e traducono nel loro linguaggio, se non il riflesso dello splendore del Verbo eterno fatto carne? Ci aiuti il Signore a riscoprire la via della bellezza come uno degli itinerari, forse il più attraente e affascinante, per giungere a incontrare e amare Dio”.