Il Consiglio mondiale delle Chiese contro gli insediamenti a Gerusalemme est
L’organizzazione ecumenica, che raccoglie 349 denominazioni cristiane, lancia un appello per “far revocare la decisione del Governo israeliano e il suo programma di insediamenti”. Per il segretario generale del Consiglio l'espansione delle colonie "potrebbero distruggere ogni possibilità di pace”.
Ginevra (AsiaNews/Agenzie) - Il Consiglio mondiale delle Chiese (Cmc) chiede ad Israele di fermare la costruzione di nuove colonie nei Territori occupati. L’appello dell’organizzazione ecumenica, che raccoglie 349 denominazioni cristiane, giunge dopo la decisione della municipalità di Gerusalemme di dare il via alla costruzione di 900 nuove unità abitative nella colonia Gilo a Gerusalemme est (vedi AsiaNews, 18/11/2009, “Case palestinesi demolite; approvati 900 nuovi insediamenti israeliani”)
 
Samuel Kobia, segretario generale del Consiglio, esprime “grande delusione” e “ferma condanna” per la decisione del governo guidato da Benjamin Netanyahu. Il Cmc è convinto che essa “ostacolerà i tentativi ora in corso per riavviare il negoziati di pace” e invita tutte le realtà che fanno parte del Consiglio “ad agire con decisione” per “far revocare la decisione del Governo israeliano e il suo programma di insediamenti”.
L'appello sottolinea che i nuovi insediamenti sono costruiti su "territorio palestinese occupato da Israele nel 1967", in "violazione alle leggi internazionali".
 
Il segretario del Cmc afferma che “se le colonie continueranno ad espandersi e proliferare, i negoziati si complicheranno e potrebbero distruggere ogni possibilità di pace”. Kobia auspica che “le persone di coscienza e di buona volontà di tutto il mondo chiedano al governo di Israele di adoperarsi per la risoluzione di un conflitto interminabile piuttosto che continuare con vecchie politiche decennali che hanno spinto verso un punto di non ritorno”.