Legge marziale per la provincia di Maguindanao
di Santosh Digal
Scoperto un arsenale di armi vicino alla villa dei responsabili del massacro di 57 persone. La legge marziale non si applicava da 28 anni. Varata una commissione per eliminare gli eserciti privati. L’apprezzamento della Chiesa perché sia cancellata “la cultura dell’impunità”.

Manila (AsiaNews) – Da stamattina la provincia di Maguindanao è stata messa sotto legge marziale, dopo l’assassinio di 57 persone, compresi 30 giornalisti, avvenuto lo scorso 23 novembre.

Il presidente Gloria Macapagal-Arroyo ha chiarito che il procedimento serve all’arresto degli Ampatuan, ritenuti i responsabili del massacro. Le 57 persone sono state massacrate per una lotta di potere fra clan rivali, in prossimità delle elezioni provinciali (Cfr. AsiaNews.it, 23/11/2009 Mindanao, decine di uccisi per una guerra elettorale fra famiglie rivali).

Dal 24 novembre nella provincia di Maguindanao era in atto lo stato di emergenza proprio per fermare violenze e illegalità. Le autorità hanno arrestato il potente capo clan della zona, Andal Ampatuan e un altro importante membro del gruppo. Andal Ampatuan jr, il figlio del capo, si è consegnato volontariamente alla polizia e ora si trova in prigione, accusato dell’assassinio di 25 persone.

Ieri l’esercito ha compiuto un raid nel palazzo degli Ampatuan, dopo il ritrovamento di un enorme arsenale di armi, sepolto nel terreno della villa.

È la prima volta dopo 28 anni che la legge marziale viene applicata a Mindanao.  Teodoro Lorenzo A. Fernandez, giurista e professore all’università Santo Tomas di Manila, difende la decisione: “La legge marziale a Maguindanao aiuterà a prevenire ribellioni, vendette e la spirale di violenze dagli elementi fuorilegge. In tal modo le truppe del governo potranno garantire l’ordine e la pace, insieme alla sicurezza dei civili”.

Arroyo ha anche lanciato da tempo una commissione per smantellare gli eserciti privati di cui si circonda ogni politico filippino nella zona.

La Commissione per i diritti umani seguirà l’applicazione della legge marziale perché non vi siano violazioni ai diritti umani.

La Chiesa filippina ha richiesto che si faccia giustizia in modo “onesto e veloce”, che la pace e l’ordine siano subito garantiti e che “la cultura dell’impunità” venga cancellata.