Le proposte di Taipei alla Conferenza di Copenhagen sul clima
La collaborazione è fra Paesi freddi e caldi: i primi producono energia elettrica per tutti; gli altri distribuiscono carburanti fossili e da biomasse. Importante l’uso di auto elettriche. Lo scorso anno, per la prima volta, a Taiwan le emissioni di CO2 sono diminuite del 4,4%.

Copenhagen (AsiaNews) – Per ridurre la temperatura del pianeta in modo efficiente, Taiwan propone una collaborazione mondiale fra Paesi freddi e Paesi caldi per un uso più efficace dei combustibili fossili e di quelli derivati dalle biomasse.

La proposta, a firma di Stephen Shu-hung Shen, ministro di Taiwan per la protezione dell’ambiente, sta girando alla Conferenza di Copenhagen sul clima ed è stata pubblicata il 7 dicembre scorso sul Japan Times.

Il suggerimento potrebbe portare a una riduzione efficace delle emissioni di carbone entro 40 anni. Esso si basa su una distribuzione geografica fra Nord e Sud della produzione di energia e dei combustibili fossili e da biomasse.

Secondo la proposta, “le centrali elettriche dovrebbero stare nelle zone più fredde, a più alta richiesta di calore; l’energia elettrica prodotta dovrebbe essere distribuita nelle zone tropicali e sub-tropicali”. Allo stesso tempo, “combustibili fossili e carbone ecologico prodotti nelle zone tropicali e subtropicali verrebbero trasportate nelle zone temperate e fredde per generare elettricità e distribuirlo al mondo, anche alle auto elettriche”. Per il ministro, infatti, i veicoli elettrici posseggono la più alta efficienza nell’uso dell’energia pari a circa 4 volte quella dei veicoli convenzionali.

L’articolo distribuito a Copenhagen mostra anche il successo ottenuto da Taiwan nella protezione dell’ambiente. Nel 2008, per la prima volta, le emissioni di anidride carbonica sull’isola sono diminuite del 4,4% rispetto all’anno precedente.

Lo scorso anno il governo di Taiwan ha annunciato gli obbiettivi futuri per la riduzione delle emissioni nell’isola: il ritorno ai livelli del 2008 nel periodo dal 2016 al 2020; il ritorno al 50% dei livelli del 2000 entro il 2050.