Sri Lanka: pescatori di Negombo protestano contro governo e polizia
di Melani Manel Perera
Nel Giornata per la difesa dei diritti umani 500 aderenti al National Fisheries Solidarity Movement e ad altre associazioni del settore ittico hanno manifestato contro la pesca illegale e la latitanza di governo e polizia. Per loro la politica di Colombo favorisce la logica del profitto e lo sviluppo del turismo a danno dei piccoli pescatori.
Negombo (AsiaNews) - I piccoli pescatori della laguna di Negombo protestano contro la pesca illegale che distrugge il patrimonio ittico della zona e mette in ginocchio la loro attività.
 
Cinquecento persone, tra cui diverse donne pescatrici (foto), hanno manifestato il 10 dicembre nei pressi della spiaggia di Negombo, 40 km a nord di Colombo. L’iniziativa, organizzata dal National Fisheries Solidarity Movement (Nafso) in collaborazione con la Negombo United Lagoon Fisher People's Organization ed il giornale Meepura, ha raccolto pescatori di Munnakkaraya, Pitipana, Duwa, Basiyawatta, Thalahena, Kurana, Katunayake, Munhena e Mankuliya.
 
I manifestanti hanno presentato ai responsabili dell’amministrazione e della polizia locale due memorandum per chiedere soprattutto il rispetto della legge, varata nel 1996 e confermata dalla Corte suprema nel luglio del 2009, che vieta le tecniche invasive di pesca.
 
La Nafso e altre associazioni lamentano sistematiche violazioni dei diritti elementari dei pescatori per favorire i guadagni delle grandi compagnie e lo sviluppo del turismo. Il tutto avviene con al connivenza delle forze di polizia, che garantisce il perdurare dell’illegalità, e con la latitanza del governo centrale che dopo la fine della guerra contro le Tigri tamil aveva promesso aiuti mai arrivati ai pescatori.