Esponente iraniano: il 70% degli universitari vota contro Ahmadinejad
La crescente ondata di proteste degli studenti mostra “la perdita di controllo” delle milizie governative su campus e università. I sostenitori del presidente impossibilitati a tenere comizi o discorsi. Il responsabile governativo chiede “dure risposte” contro giovani e docenti.
Teheran (AsiaNews) – Il 70% degli studenti universitari in Iran “vota contro Ahmadinejad”. Ad affermarlo non è un sito dissidente o un leader dell’opposizione ma Mohammad Mohammadian, che guida l'ufficio della Guida suprema per i campus e le università del Paese. L’ammissione dell'esponente governativo è una ulteriore conferma del malcontento che serpeggia fra i giovani iraniani, protagonisti delle proteste che hanno seguito la contestata rielezione del candidato conservatore Mahmoud Ahmadinejad alle presidenziali del 12 giugno scorso.
 
Secondo il sito dissidente iraniano Rooz On-line, la crescente ondata di proteste nei campus e nelle università del Paese – acuita negli ultimi giorni – mostra “la perdita di controllo sugli studenti” dell’apparato governativo e delle milizie vicine al regime degli ayatollah. Ancor prima delle manifestazioni del 7 dicembre scorso, in concomitanza con la Giornata dello studente, i sostenitori di Ahmadinejad “non riuscivano più a tenere comizi o discorsi”. Le loro frasi venivano interrotte “dalle grida di protesta dei giovani contestatori”.
 
Per scongiurare una escalation nelle proteste, Mohammad Mohammadian chiede “una dura risposta” contro professori e alunni colpevoli di “indebolire” il regime. Parlando alla 62ma conferenza annuale dei responsabili delle università, l'uomo di Khamenei ha lanciato l’allarme: “Secondo i rilievi attuali – riferisce l’agenzia semi-ufficiale Ilna – il 70% degli studenti vota contro Ahmadinejad”.
 
Le recenti proteste paiono dunque solo la punta di un iceberg, che nasconde un malcontento diffuso. Le amministrazioni governative hanno perso il controllo di moltissimi campus sparsi nel Paese: Teheran, Shiraz, Isfahan e Hamedan solo alcuni fra i tanti centri colpiti dallo tsunami innescato “dall’Onda verde”, il movimento di protesta iraniano vicino all’opposizione. E a poco è valso, sinora, il dispiegamento delle milizie Basji e dei Guardiani della rivoluzione.
 
Mohammad Mohammadian punta anche il dito contro i docenti colpevoli di “indebolire il regime”, verso i quali chiede una “dura risposta”. A conferma del clima di tensione, nei giorni scorsi un gruppo di professori dell’Università di Teheran hanno diffuso un comunicato in cui denuncia le “interferenze delle milizie Basji e dei Guardiani della rivoluzione nelle attività accademiche”.