Fr. Yesudas: Natale è il cuore di Dio ferito dall'amore per l'uomo
di Nirmala Carvalho
Il Missionario della carità, racconta alcune delle quotidiane storie di speranza che popolano la giornata di suore e sacerdoti dell’ordine fondato da Madre Teresa.
Calcutta (AsiaNews) – “Natale è la storia del cuore di Dio ferito dall’amore per l’uomo”. Fr. Yesudas, sacerdote dei Missionari della Carità a Calcutta, dice pure che ogni volta che si scorge Dio nel volto sorridente di un uomo è Natale”. E racconta alcune storie che riempiono i giorni di suore e sacerdoti dell’ordine fondato da Madre Teresa.
 
Egli ricorda il giorno in cui, in ospedale, ha incontrato per la prima volta Dipu Jaiswal. “Era deluso e depresso dopo un tentativo di suicidio fallito. Non accettava di essere affetto dall’HIV ed era disperato”. Il sacerdote ed i suoi confratelli hanno iniziato a visitarlo con regolarità aiutandolo nei suoi bisogni spirituali ed economici. “Le nostre carezze sulla fronte e poche parole di incoraggiamento gli hanno ridato la speranza di vivere ed un giorno ci ha detto: ‘So che Dio esiste e vuole che io viva’”. Dopo il ricovero in ospedale Dipu Jaiswal è rimasto per sei mesi con i Missionari della carità, poi è tornato al suo lavoro e alla sua famiglia. “Adesso - continua fr. Yesudas - tutte le volte che torna a trovarci, ha un bel sorriso e grande entusiasmo. Ogni sua visita è un Natale per noi perché ci porta la presenza di Dio che si prende cura dei suoi poveri”.
 
Un'altra storia è quella di Arathi Patro. “Era allettata in ospedale, malata di tubercolosi e affetta dall’Aids”. Il volto gonfio, il corpo ricoperto di piaghe, il naso che perdeva sangue e il respiro affannoso. “Vicino a lei c’era il marito ammutolito dal dolore... Aveva il volto segnato dalle lacrime e si sentiva colpevole. Io mi sono avvicinato, ho pregato in silenzio e gli ho detto che li avremmo aiutati”. I Missionari della carità cominciano a portare medicine, visitano la donna ogni giorno facendo “piccole cose per lei”. Dopo solo due settimane uno dei dottori dell’ospedale cerca fr. Yesudas: “I medici erano stupiti perché aveva cominciato a sorridere. Uno di loro mi ha detto: ‘Il suo sorriso è opera di Dio’”.
 
Il religioso conclude: “Dio è vivo e opera in ogni sorriso attraverso cui ci invita a compiere un pellegrinaggio nella sua presenza. Più noi siamo aperti ed accoglienti, più questo pellegrinaggio diventa un fuoco, una fiamma, un essere in movimento. Gesù è presente negli altri. Desidera essere accolto e più lo accogliamo più veniamo feriti dal suo amore. Solo un cuore ferito dall’amore di Dio può diventare accogliente”.