Papa: il Vaticano è pronto a sostenere ulteriori sforzi per la pace in Medio Oriente
Ricevendo l’ambasciatore turco, Benedetto XVI ricorda il suo viaggio del 2006, occasione per testimoniare la sua stima per i musulmani. L’importanza del dialogo interreligioso. La Chiesa cattolica attende il riconoscimento della personalità giuridica, garanzia di piena libertà religiosa.
Città del Vaticano (AsiaNews) - Il Vaticano “apprezza” le iniziative della Turchia per risolvere il conflitto in Medio Oriente, obiettivo per il quale è disponibile a offrire il suo appoggio diplomatico, riconosce che nel Paese c’è libertà di culto, ma “attende ancora” quel riconoscimento della Chiesa cattolica, che garantisce la piena libertà religiosa. E’ il punto sui rapporti tra Santa Sede e Turchia, fatto oggi dal Papa nel discorso rivolto al nuovo ambasciatore di Ankara, Kenan Gürsoy,  ricevuto per la presentazione delle credenziali.
 
Una particolare sottolineatura Benedetto XVI ha dedicato anche ai rapporti tra cristiani e musulmani. Ricordando il viaggio compiuto nel 2006 (nella foto: la visita alla Moschea blu), il suo primo, ha ricordato in un Paese a maggoranza islamica, Benedetto XVI ne ha ricordato la “calda accoglienza”, aggiungendo di essere stato “felice di poter esprimere la mia stima per i musulmani e ribadire l'impegno della Chiesa cattolica a condurre il dialogo interreligioso in uno spirito di mutuo rispetto e amicizia, testimoniando insieme la solida fede in Dio che caratterizza cristiani e musulmani e sforzandosi di conoscersi meglio l'un l'altro al fine di rafforzare i legami di affetto tra di noi”. “E’ mia fervida preghiera - ha aggiunto - che questo processo porti ad una maggiore fiducia tra persone, comunità e popoli, specialmente nelle tormentate aree del Medio Oriente".
 
A tale proposito, il Papa ha detto che “in qualità di Stato democratico a cavallo del confine tra Europa ed Asia, la Turchia è ben posizionata per agire da ponte tra l'islam e l'occidente e per dare un significativo contributo agli sforzi tesi a portare pace e stabilità al Medio Oriente. La Santa Sede - ha aggiunto - apprezza le numerose iniziative che la Turchia ha già preso in questo senso ed è pronta a sostenere ulteriori sforzi per porre fine ai duraturi conflitti della regione. Come la storia spesso ha mostrato le dispute territoriali ed etniche possono essere risolte quando le legittime aspirazioni di ogni parte sono prese in considerazione, le passate ingiustizie riconosciute e, quando possibile, riparate”.
 
Di libertà religiosa Benedetto XVI ha parlato cominciando coll’affermare che “i cattolici in Turchia apprezzano la libertà di culto garantita dalla Costituzione e sono lieti di poter contribuire al benessere dei loro concittadini, specialmente attraverso il coinvolgimento in attività caritative e di cura”.Ma, ha aggiunto, “la Chiesa cattolica attende il riconoscimento della sua personalità giuridica. Questo le darebbe modo di godere di piena libertà religiosa e di dare un contributo maggiore alla società”.
 
Significativa, a proposito di libertà religiosa, la sottolineatura che Benedetto XVI ha fatto dell’importanza del suo incontro con Bartolomeo I, che egli ha chiamato”patriarca”, qualifica che lo Stato turco non gli riconosce.
 
Da parte sua, l’ambasciatore Gürsoy, oltre a ricordare che siamo nel 50mo anniversario dei rapporti diplomatici tra il suo Paese e la Santa Sede, ha affermato che la Turchia “aspira a diventare un membro a pieno titolo dell'Unione europea” e potrebbe aiutare a prevenire e risolvere i conflitti tra i Paesi occidentali e il mondo islamico.