Jangsu, polizia carica 10mila operai che protestano per tagli al salario e avvelenamento
Gli operai scioperano e denunciano almeno 3 morti per uso di sostanze tossiche. La polizia li carica e causa scontri. Ora la ditta assicura che pagherà quanto dovuto, ma nega gli avvelenamenti.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Circa 10mila operai di una fabbrica della United Win (China) Technology, nello Jiangsu, sono scesi in sciopero il 15 gennaio per protestare contro una riduzione della paga e perché costretti a lavorare a contatto con sostanze tossiche, quali l’esano, senza adeguate protezioni. Centinaia di poliziotti in tenuta antisommossa caricano i dimostranti, colpendo anche le donne, e negli scontri ci sono oltre 100 operai feriti.

Il Centro informazioni per i diritti umani e la democrazia di Hong Kong riferisce che la protesta deriva dalla cancellazione dei bonus di fine anno per i dipendenti, per il secondo anno consecutivo, quale conseguenza della crisi economica. Inoltre fonti locali riferiscono che da luglio oltre 200 lavoratori hanno mostrato sintomi di intossicazione per aver dovuto usare sostanze chimiche tossiche senza avere adeguata protezione, e almeno 40 sono ancora in ospedale. Un lavoratore, che ha mantenuto l’anonimato, ha parlato di 3 morti e diversi paralizzati per l’avvelenamento.

I dimostranti hanno abbattuto i cartelli dell’azienda e sono scesi in strada. L’intervento della polizia non li ha fermati. La protesta è cessata solo dopo che la ditta ha promesso di ripristinare il beneficio annuale.

L’azienda, che pare sia una sussidiaria della taiwanese Wintek Group che realizza video a cristalli liquidi, cerca di smorzare i toni e il dirigente finanziario della Wintek, Jay Wuang, dice che i dimostranti hanno soltanto voluto “esprimere la loro opinione” e parla di “un equivoco”, assicurando che “l’utilizzo dell’esano è stato interrotto quando abbiamo saputo di problemi di salute dei lavoratori. Abbiamo 13mila operai nella fabbrica ma non posso confermare ci siano morti per avvelenamento da esano”.