L’India offre “protezione” alla navi commerciali cinesi nell’Oceano Indiano
New Delhi vuole contenere la crescente presenza militare cinese nella zona. Pechino sta creando potenziali basi navali in Pakistan e Sri Lanka.

New Delhi (AsiaNews/Agenzie) – Il ministro indiano per la Difesa Pallam Raju ha offerto ieri alla Cina protezione per i suoi convogli commerciali nell’Oceano Indiano, via cruciale soprattutto per il trasporto dell’energia da Africa e Medio Oriente. Esperti commentano che, in realtà, New Delhi vuole così contenere la crescente presenza della marina militare cinese nella zona.

Il ministro ha detto che l’India “comprende che [la Cina] deve proteggere i suoi interessi petroliferi”, mostrando di voler smorzare le crescenti tensioni tra i due Paesi per la sempre maggiore presenza di navi militari cinesi. Fra l’altro New Delhi considera con sospetto le opere per i porti di Gwadar in Pakistan e Hanbantota in Sri Lanka, nelle quali Pechino interviene con finanziamenti e competenze. Infatti questi nuovi porti commerciali potrebbero essere adattati per accogliere navi militari. Ora Pechino vuole anche creare una speciale zona economica con le isole Mauritius. Tra l’altro da tempo la Cina fornisce armi e tecnologia a Islamabad, tradizionale rivale dell’India.

A sua volta la Cina, da quando partecipa alle missioni antipirati, come nel 2009 al largo della Somalia, chiede di poter avere accesso e assistenza nei porti di altri Paesi dell’Oceano Indiano e del Mar Cinese Meridionale.

I rapporti militari tra i due Paesi sono sempre stati problematici e di recente entrambi hanno rafforzato la presenza sul confine del conteso Stato indiano dell’Arunachal Pradesh. New Delhi in questi giorni ha inviato altre due divisioni montane, circa 30mila soldati.

Analisti osservano come sia difficile che Pechino accetti la proposta, anche perché il trasporto di energia per la zona è essenziale per il Paese. Inoltre non è un mistero che la Cina miri a diventare una potenza navale, settore nel quale è ancora molto indietro rispetto agli Stati Uniti.