Elezioni politiche: vince il partito di governo, nonostante accuse di brogli
Nessuno si aspettava novità, in una situazione dominata da 17 anni dal Partito di governo, che alla Camera bassa ha 50 seggi su 63. Le opposizioni denunciano irregolarità, ma la Commissione elettorale ha già dichiarato il voto valido. Cauto l’Osce.

Dushanbe (AsiaNews/Agenzie) – Il Partito democratico del popolo (Pdp) del presidente Imomali Rakhmon proclama la netta vittoria nel voto svoltosi ieri in Tagikistan per il rinnovo della camera bassa del parlamento, la Majlis Namoyandagon. Le opposizioni denunciano però gravi irregolarità.

Rahmatillo Zoirov, capo del Partito socialdemocratico, all’opposizione, dice che i loro osservatori nei seggi elettorali sono stati fatti sedere in un angolo e non hanno potuto controllare lo spoglio dei voti e che in diversi seggi hanno visto elettori votare più volte. Numerosi cittadini dicono che non hanno potuto votare in quanto, presentatisi al seggio, hanno saputo che qualcuno aveva già votato per loro.

Da 17 anni il Pdp e Rakhmon Imomali governano il Paese ex sovietico, con una maggioranza di 50 seggi sui 63 nella Camera bassa. Il Paese non riesce a superare la crisi economica in atto: oltre metà della forza lavoro è emigrata in Russia, ma molti ora hanno difficoltà persino a mantenere tale lavoro all’estero. Ma nonostante il crescente malcontento, nessuno si aspettava cambiamenti da queste elezioni. Unica “novità” è la candidatura di Rustam Imomali, 23enne figlio del presidente e suo successore designato, che vuole usare le elezioni per l’inizio della carriera politica.

Principali oppositori si dovrebbero confermare il Partito comunista e il Partito del rinascimento islamico (Irp), con pochi seggi ciascuno.

Anche Mukhiddin Kabiri, leader dell’Irp, denuncia che ci sono state “numerose irregolarità”, tra cui “voti multipli” e “l’avere impedito agli osservatori di controllare lo spoglio dei voti”.

L’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) ha inviato oltre 200 osservatori, ma non ha ancora espresso alcuna valutazione. Peraltro nei giorni scorsi aveva espresso “preoccupazione” e denunciato “possibili interferenze della polizia e uso di risorse statali a favore del partito di governo, per fini elettorali”.

Il presidente Rakhmon Imomali dice invece che sono state “le elezioni parlamentari più libere e più democratiche” di sempre. La Commissione elettorale centrale ha già dichiarato valido il voto espresso da 3,5 milioni di elettori: Mukhibullo Daianov, funzionario della Commissione, ha osservato che “ci sono rapporti di irregolarità, ma non su grande scala”.