Migliaia di Tamil al pellegrinaggio per la festa di Sant'Antonio
di Nirmala Carvalho
La festa di due giorni si svolge sull’isola di Katchadeevu, territorio cingalese a metà dello stretto che divide i due Stati. Un’occasione di dividere speranze e tradizioni, in una zona da sempre divisa in armonia tra i Tamil dei due Paesi.

New Delhi (AsiaNews) – Oltre 4mila fedeli hanno partecipato ai due giorni di festa degli  indiani Tamil per S. Antonio il 27 febbraio a Katchadeevu, una piccola isola a 24 chilometri da Rameshwaram e a 70 da Jaffna, nel mezzo dello stretto che divide India e Sri Lanka. Oltre 100 imbarcazioni hanno portato i pellegrini sull’isola, scortati dalla marina dell’India, e poi da quella dello Sri Lanka.

Alla festa hanno partecipato anche circa mille fedeli di Nedundeevu e di varie zone di Jaffna (Sri Lanka).

All’arrivo dei pellegrini indiani, è stata issata la bandiera di S. Antonio. La sera è stata celebrata la messa e la chiesa e il piazzale circostante non sono stati sufficienti per accogliere gli oltre 4mila fedeli. C’è stata poi la Via Crucis e la benedizione. I fedeli hanno passato la notte sull’isola e si sono alzati presto la mattina dopo, con la messa alle ore 6,30 presieduta da padre Amalraj, parroco di Nedundeevu, e da padre Michaelraj, parroco di Rameshwaram. Autorità dello Sri Lanka hanno partecipato alla funzione e alla successiva processione di autoveicoli. Intorno alle ore 10 i pellegrini hanno preso la via del ritorno.

Il padre gesuita Jebamalai Raja, coordinatore del Forum cristiano ecumenico per i diritti umani, ha spiegato ad AsiaNews “la gioia spirituale che è diffusa tra i pellegrini di India e Sri Lanka a Katchadeevu, dove Tamil dei due Paesi testimoniano la reciproca solidarietà, specie tra i pescatori. La gente si è portata dietro il pasto e lo ha diviso cogli altri, in spirito di fraternità, come le prime comunità cristiane”.

L’isola Katchadeevu, parte di Zamindari del Raja di Ramnad, è stata ceduta dall’India allo Sri Lanka con l’accordo sulla definizione dei confini marittimi del 1974. L’accordo prevede il diritto dei pescatori indiani di pescare nella zona e quello di pellegrini indiani di visitare la chiesa di S. Antonio senza bisogno di alcun visto o permesso dello Sri Lanka.

Ma padre Jebamalai spiega che “per varie ragioni, ai pescatori indiani non è permesso di pescare a Katchadeevu. Nel passato, chi lo ha fatto è stato percosso, insultato, anche ucciso e le barche distrutte dalla marina cingalese”.

La festa di S. Antonio è invece rimasta “un gesto di pace”. Infatti, “dopo 27 anni, quest’anno il governo di Colombo ha dato il permesso ufficiale ai pellegrini di celebrare la festa, dove si rincontrano i pescatori dei due Paesi e si rinsaldano i legami di amore e unità tra i Tamil dei due Stati, condividono speranze, aspirazioni, progetti”.