Madhya Pradesh, un sacerdote in galera senza prove: “È una cospirazione”
di Nirmala Carvalho
Il rettore del seminario minore di S. Teresa, p. Thomas Philip, è accusato di essere coinvolto nel suicidio di un giovane studente indù; secondo i giudici, fomentati dalla destra nazionale, avrebbe anche tentato di convertirlo al cristianesimo. L’arcivescovo di Bhopal ad AsiaNews: “Una cospirazione contro le opere della Chiesa. Ma noi procediamo sul Calvario, pieni di fede”.

Bhopal (AsiaNews) – Una Corte di giustizia del Madhya Pradesh ha rifiutato di fissare una cauzione per p. Thomas Philip, sacerdote e rettore del seminario minore di S. Teresa, che i giudici ritengono implicato nel suicidio del giovane Venu Kumar. Il sacerdote è anche accusato di aver cercato di convertire Kumar, di religione indù, al cristianesimo; ma l’arcivescovo di Bhopal e i cattolici locali parlano di una montatura, creata per danneggiare la Chiesa locale.

Le accuse sono state lanciate dal padre del seminarista, P. Sreenivas, che ha dichiarato ai media di aver mandato il figlio a studiare in seminario nonostante non fosse cristiano. Secondo l’uomo, che si è recato a Bhopal insieme a uno dei leader del Vishwa Hindu Parishad – movimento paramilitare che predica il ritorno alla purezza induista dell’Unione - il suicidio sarebbe dovuto ai tentativi di conversione operati sul ragazzo.

Ma l’arcivescovo locale, mons. Leo Cornelio, spiega ad AsiaNews: “L’arresto del rettore del seminario, p. Thomas Philip, ha infuso nuova fede nel nostro clero, fra i religiosi e fedeli, che ora sono vigili in preghiera per la Chiesa. In questa stagione di Quaresima, mentre ci avviciniamo alla settimana più santa dell’anno, il Cristo crocifisso è visibile al nostro popolo. Nel nostro Stato è in corso una cospirazione su larga scala contro la Chiesa cattolica”.

Dietro a questa cospirazione, aggiunge ancora il presule, “ci sono le forze della destra nazionale, che tentano in ogni modo di screditare il buon lavoro della Chiesa. Ma, contro queste sfide, continuiamo a trovare gioia e speranza nella nostra fede. Se hanno perseguitato Cristo, con la sua innocenza, le nostre sofferenze non sono nulla. Rimaniamo fermi davanti alle difficoltà, e veniamo chiamati a testimoniare con le nostre vite”.

D’altra parte, sottolinea, “le accuse che ci muovono sono sempre legate alle conversioni, e vengono sempre dalla destra. Queste persone non riescono a vedere il buon lavoro che la Chiesa fa nel campo dell’educazione, della sanità e dei servizi sociali; non vogliono ammettere come abbiamo aiutato generazioni intere di persone, senza interesse per la casta o il credo. Ci accusano, su basi false e prefabbricate. Ma è anche triste notare che, nella loro furia contro di noi, smettono di servire il loro popolo”.

Fortunatamente, conclude l’arcivescovo di Bhopal, “queste prove non ci scoraggiano, ma anzi ci aiutano a rinforzare la nostra unità. Il desiderio di testimoniare la verità, che rende liberi, ci permette di continuare verso la vittoria. Andiamo sul nostro Calvario con la croce, per testimoniare la resurrezione. Questo è il nostro compito: essere testimoni del Cristo che soffre”.

Le affermazioni del prelato vengono confermate da un sacerdote locale, che scrive: “Mi dispiace che p. Thomas sia in galera, anche perché so che contro il rettore sono state fabbricate molte accuse. Non sappiamo quanto tempo dovrà rimanere in carcere, ma noi continuiamo a pregare per lui. Senza dubbio, questo è un periodo di prova per noi”.