Il governo promette la rimozione della Zona di alta sicurezza. Speranze per i profughi Tamil
di Melani Manel Perera
Dal 1990 la Zona di alta sicurezza costringe migliaia di persone della penisola di Jaffna a vivere come sfollati. Leader tamil ed ex ministro del governo Rajapaksa, celebra la sua vittoria alle elezioni dell’8 aprile scorso e assicura che il presidente desidera per i tamil la stessa libertà vissuta dalla popolazione del Sud del Paese.

Colombo (AsiaNews) –  “Ora che non c’è più la minaccia delle Tigri Tamil (Ltte) la Zona di alta di sicurezza (Hsz) di Jaffna sarà a poco a poco rimossa”. E’ quanto ha affermato ieri Douglas Devananda, leader dell’ Eelam People's Democratic Party  (Epdp) in occasione della sua vittoria nel distretto di Jaffna alle elezioni dell’8 aprile scorso. Devananda ha sottolineato che anche il presidente Mahinda Rajapaksa vuole per i Tamil delle province del Nord la stessa libertà sperimentata dalla popolazione del Sud.     

Dal 1990 migliaia di persone delle località di Myladdy, Palali, Madagal, Sunnagan, Masyappidy, Velvetithurai e Kuranagar, che rientrano nella Zona di Alta sicurezza, vivono da sfollati. Essa è stata creata dal governo con lo scopo di fermare gli attacchi dei ribelli del Liberation Tigers of Tamil Ealam (Ltte). Durante il conflitto la questione dell’Hsz ha dominato il dibattito politico della regione. Da anni popolazione e gruppi di attivisti per i diritti umani chiedono al governo la rimozione dell’Hsz dalla penisola e la possibilità di rientrare nelle loro terre d’origine, ricche di allevamenti di pesci e coltivazioni tradizionali. A tutt’oggi la popolazione non può fare ritorno nelle proprie abitazioni, nonostante la fine della guerra avvenuta nel maggio 2009 e i continui appelli della comunità internazionale.

Anthony Jeusadan, attivista del National Fisheries Solidarity (Nafso), associazione da anni impegnata nella difesa dei profughi Tamil, afferma: “ Se la dichiarazione dell’ex ministro Devananda è onesta, la popolazione di Jaffna potrà ricominciare con successo la propria vita”.