Bangkok, i leader delle “camicie rosse” sfuggono alla cattura della polizia
Le forze di sicurezza tentano l’arresto dei capi delle proteste, bollati come “terroristi”. Uno dei rivoltosi si è calato con una corda da un balcone dell’albergo. La folla ha protetto la fuga di altri due capi. Portavoce governativo: blitz “fallimentare”.
Bangkok (AsiaNews/Agenzie) – I leader delle “camicie rosse” hanno evitato la cattura con una fuga precipitosa, braccati dalla polizia. Quest'oggi le forze di sicurezza thai hanno lanciato un’azione a sorpresa nel tentativo di arrestare i capi delle proteste, bollati nei giorni scorsi come “terroristi” dal governo e ritenuti responsabili delle violenze del 10 aprile scorso. Nelle prossime ore il Primo Ministro Abhisit Vejjajiva terrà un discorso televisivo alla nazione.   
 
I leader delle “camicie rosse”, vicine all’ex premier in esilio Thaksin Shinawatra e sostenuti dal partito di opposizione United Front for Democracy against Dictatorship (UDD), erano asserragliati in un albergo di proprietà della famiglia di Thaksin. Arisman Pongruangrong, uno dei capi della rivolta, è sfuggito alla cattura calandosi con una corda dal balcone di una stanza (nella foto). Protetto da centinaia di “rossi”, egli è entrato in una vettura che lo attendeva all’esterno dell’edificio e si è dileguato.
 
I manifestanti hanno formato un cordone di sicurezza, favorendo la fuga di altri due leader antigovernativi. Testimoni locali riferiscono che i dimostranti avrebbero preso in ostaggio almeno tre poliziotti. Il disastroso blitz di oggi è solo l’ultimo di una serie di episodi “imbarazzanti” rimediati dal governo, da cinque settimane ostaggio della rivolta degli oppositori che chiedono lo scioglimento del Parlamento e nuove elezioni.
 
Panitan Wattanayagorn, portavoce del governo, parla di “operazione fallimentare”, ma assicura che “vi saranno nuove azioni” per la cattura dei leader della protesta, bollati come “terroristi” dall’esecutivo. Nel pomeriggio di oggi il premier thai Abhisit Vejjajiva dovrebbe tenere un discorso televisivo alla nazione, il primo dalle violenze avvenute il 10 aprile scorso, in cui sono morte 24 persone e più di 800 sono rimaste ferite.