Ripresi i voli dall'Asia verso l’Europa, ma solo in parte
Da ieri ripristinati i collegamenti con i maggiori scali europei. Ma occorreranno settimane per tornare alla normalità. Si darà precedenza ai voli passeggeri, rispetto alle merci.

Hong Kong (AsiaNews/Agenzie) – Riprendono oggi i normali collegamenti aerei dai Paesi asiatici verso i maggiori scali europei, chiusi per giorni per le ceneri uscite dal 14 aprile dal vulcano islandese Evjafjallajokull. La situazione rimane comunque complessa per le migliaia di viaggiatori in attesa da giorni e ci vorrà tempo perché si normalizzi, purché il vulcano non torni ad eruttare polveri.

I primi voli sono già partiti da Hong Kong ieri, con destinazione Parigi, Tolosa, Francoforte, Monaco, Amsterdam e altri, ma molti voli rimangono cancellati nonostante le previsioni ottimistiche e altri sono partiti con ritardo come i voli verso Roma e Milano.

Oggi le principali linee aeree, come la Cathay Pacific Airways, la Singapore Airlines Ltd, la All Nippon Airlines Co. e la Korean Air Lines, hanno ripreso i voli verso aeroporti come Parigi, Londra, Madrid, Milano e Francoforte. La Air China ha annunciato la ripresa dei collegamenti verso Mosca, Stoccolma e Roma.

Ma occorreranno settimane per tornare alla normalità. La cancellazione di circa 90mila voli  ha provocato l’annullamento di incontri tra governi, costretto i produttori di autoveicoli a tagliare la produzione, depresso il mercato dei cibi freschi. La linea Cathay Pacific ha 16mila passeggeri in attesa e non accetta nuove prenotazioni verso l’Europa fino al 10 maggio. C’è intenzione di dare precedenza ai voli passeggeri, rispetto ai trasporti di merci, anche perché gli aeroporti europei hanno scarsa possibilità di ricevere un gran numero di voli extra. Molte linee aeree useranno i loro aerei più capienti. A Hong Kong, maggior aeroporto mondiale per il trasporto aereo di merci, fino a ieri erano rimaste in attesa di partire circa 1.100 tonnellate di merci.

Le compagnie aeree sono comunque ottimiste e prevedono che, se non ci saranno altri problemi dal vulcano, avranno perdite contenute. Ivan Chu, responsabile della Cathay per il trasporto passeggeri, osserva che “i voli per l’Europa sono oltre il 10% del nostro giro d’affari, per cui le conseguenze sono abbastanza importanti”.  Maggiori i danni per i prodotti industriali destinati all’esportazione. La Nissan Motor Co. ha fermato la produzione di circa 2mila veicoli nelle fabbriche giapponesi, mentre la Toyota Motor Corp. E la Honda Motor Co. dicono di non avere diminuito la produzione.

Peraltro regna ancora una grande  incertezza perché le autorità aeroportuali europee sono riluttanti a riaprire del tutto lo spazio aereo per la nuvola di ceneri che intasa lo spazio a oltre 6mila metri. Paesi come Francia, Germania e Belgio vogliono ripristinare i voli in modo graduale e l’agenzia di traffico Eurocontrol con sede a Bruxelles prevede per oggi che sarà ripristinato solo il 53% dei 27.500 voli quotidiani in Europa. Ma la gran parte degli aeroporti britannici rimangono chiusi, anche per la nuove eruzioni di cenere che dal Mare del Nord si dirigono verso il Paese.