Sfeir: tutti, anche Hezbollah, debbono obbedire a delle regole
Il patriarca maronita ha lasciato Beirut per incontrare il Papa e partecipare ai lavori preparatori del Sinodo delle Chiese del Medio Oriente. “Se si discute di abolire il confessionalismo politico, perché non abolire del tutto il confessionalismo?”
Beirut (AsiaNews) - E’ certamente necessario un coordinamento “tra tutte le forze vive del Libano”, quindi anche tra esercito e Hezbollah, ma, a giudizio del patriarca maronita Nasrallah Sfeir, “queste forze debbono obbedire a delle regole. Bisoga rispettare le regole che il governo e l’opinione pubblica considerano imperative”.
 
Al momento di lasciare Beirut per recarsi a Roma, ieri, per partecipare ai lavori di preparazione del Sinodo delle Chiese del Medio Oriente e di incontrare Benedetto XVI, il card. Sfeir ha incontrato i giornalisti che gli hano posto una serie di domande sugli argomenti dell’attualità nazionale, compresa, a proposito del coordiamento delle “forze vive”, una sua opinione sull’inserimento nel dialogo nazionale della questione delle armi di Hezbollah. “Non ho intenzione – la sua risposta – di pronunciarmi su dei dettaglie nei quali cercate di trascinarmi”.
 
Il patriarca ha invece commentato la richiesta nuovamente presentata dal presidente dellla Camera, Nabih Berry per l’abolizione del confessionalismo politico, ossia del sistema per il quale voti e cariche statali sono divisi sulla base della confessionne religiosa (così, il presidente della Repubblica è un cristiano, il capo del governo un sunnita e il presidente del Parlamento uno sciita). “Alcuni – il parere del porporato – replicano che dal momento che si discute di abolire il confessionalismo politico, che si abolisse del tutto il confessionalismo”. E “se tutti sono d’accordo sull’abolizione, noi non saremo un ostacolo”.
 
Legato in certo modo a tale tema, è quello delle elezioni muicipali, per le quali il patriarca ha espresso l’auspicio che “si svolgano in un clima tranquillo”, perché “i contrasti nei comuni possono essere peggiori di quelli sul piano nazionale”.
 
Il card. Sfeir ha infine parlato dell’asseza di un rappresentante del Patriarcato alla riunione organizzata a inizio settimana dall’ambasciata siriana. Un invito “probabilmente ci è stato spedito, ma non è stato possibile incaricare un vescovo” di rappresentare Bkerke.