Chiesa filippina per gli ostaggi in Afghanistan e Iraq
di Sonny Evangelista

Manila (AsiaNews) – I vescovi delle Filippine invitano a pregare per la salvezza degli ostaggi in Afghanistan. Monsignor Fernando Capalla, presidente della Conferenza episcopale delle Filippine e arcivescovo di Davao ha lanciato un appello alla comunità cristiana esortando "alla preghiera per la liberazione" del concittadino in Afghanistan e delle sue due colleghe. Il filippino Angelito Nayan insieme a Annetta Flanigan (Irlanda del Nord) e Shqipe Habibi (Kosovo), sono stati rapiti a Kabul il 28 ottobre scorso. I 3 lavorano per la commissione elettorale afghana e delle Nazioni Unite, che ha organizzato le presidenziali del 9 ottobre.

Mons. Capalla ha invitato i fedeli a pregare anche perché non si spenga la fede e la speranza tra i familiari degli ostaggi e perché "l'amore e la compassione prevalgano nei cuori e nelle menti dei rapitori". "Nei momenti più difficili, ha detto il vescovo, quando ogni sforzo umano sembra fallire, la preghiera è il nostro sostegno, ci ricorda che siamo figli dello stesso Dio". Nelle preghiere dei cattolici filippini anche la pace in Medio Oriente, "dove molti filippini sperano presto di tornare a lavorare".

In questi giorni le autorità filippine devono affrontare una doppia crisi degli ostaggi: in Afghanistan e in Iraq. A Baghdad, il 1 novembre, una dozzina di uomini armati hanno rapito il filippino Roberto Tarongoy, dipendente di una ditta di catering saudita, che lavora per l'esercito Usa. Insieme a lui anche un americano e un nepalese. Fonti locali a Manila dichiarano che questa mattina una conferenza congiunta tra vescovi e ulema, coordinata da mons. Capalla, dovrebbe essere impegnata nelle trattative con i leader islamici irakeni per la liberazione dell'ostaggio.

Le Filippine hanno ritirato le proprie truppe dall'Iraq dopo il rapimento, a luglio, del connazionale Angelo de la Cruz e non sono militarmente presenti in Afghanistan. Manila ha vietato ai connazionali di recarsi a lavorare in Iraq . I filippini che operano in campi militari americani in Iraq sono oltre 4 mila ; più di 2 mila sono arrivati di recente, nonostante il divieto del governo varato a luglio.