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Sempre più repressiva la Cina dei successi economici
Arresti, condanne, lager per rieducazioni; “prigioni nere” per far sparire dimostranti, censura su internet sono cresciuti durante il 2009. La Cina si sente più sicura grazie alla sua economia e al potere internazionale che ha assunto. Ma crescono anche lo scontento e gli scontri con la polizia. Attuare i diritti umani per varare davvero la “società armoniosa” di Hu Jintao.
Pechino (AsiaNews/Chrd) – La Cina è divenuta più aggressiva nell’oppressione dei diritti umani e ha rafforzato la sua repressione verso un esercito di attivisti, organizzazioni non governative, giornalisti on-line, avvocati. Il motivo sta proprio nel suo successo economico e nel suo crescere come superpotenza. Allo stesso tempo, questi successi economici creano ancora più corruzione e ingiustizie e sempre più proteste e “incidenti di massa”, cioè manifestazioni e scontri con le forze dell’ordine.
“Il 2009 – ha detto – si staglia come un anno particolarmente repressivo per ciò che riguarda le tattiche aggressive del governo cinese contro gli attivisti per i diritti umani”.
La Xia ricorda che nel 2009 sono stati imprigionati Liu Xiaobo, co-estensore del documento Carta 08 (v. foto con la moglie); Huang Qi e Tang Zuoren che hanno aiutato i genitori che hanno perduto bambini nel terremoto del Sichuan.
Ma la lista degli arresti è lunghissima: attivisti su internet; avvocati per la difesa dei diritti umani e per cause in difesa delle persone avvelenate col latte alla melamina; dimostranti e portatori di petizioni.
Secondo il Chrd, la maggiore violenza del governo cinese si spiega con questioni molto sensibili avvenute nel 2009, quali la diffusione di Carta 08 e i 20 anni dal massacro di Tiananmen. Ma soprattutto, la maggiore repressione è frutto della “crescita dell’economia e del potere internazionale [del governo], contribuendo a un innalzamento della sicurezza e della grinta fra i leader cinesi, che può aver spinto i rappresentanti governativi a una maggiore sicurezza nel reprimere con durezza i difensori dei diritti umani”.
Proprio lo sviluppo economico è però fonte di nuove scosse: corruzione, sicurezza sociale cancellata, abisso sempre più grande fra ricchi e poveri, portando al fallimento il progetto di “società armoniosa” tanto caro al presidente Hu Jintao. In realtà – spiega il Chrd – le azioni del governo bloccano le piste per alleggerire le pressioni sociali”.. In tal modo i cittadini cinesi divengono sempre più disillusi con il sistema legale e ciò porta a un incremento di proteste, attivismo on-line e “incidenti di massa”.
Il Chrd chiede al governo cinese la fine delle persecuzioni contro gli attivisti, la chiusura delle “prigioni nere”, dove si fa sparire gli oppositori; dei lager in cui si è rinchiusi senza processo; la fine della censura su internet; la ratifica della Convenzione Onu per i diritti civili e politici, sottoscritta dalla Cina fin dal 1998, ma mai messa in opera.