Due "manuali" per i lavoratori migranti dello Sri Lanka
di Melani Manel Perera
La Caritas Sri Lanka presenta due “guide” per i lavoratori migranti all’estero e un documentario. E insiste che il governo intervenga per tutelare chi deve cercare lavoro all’estero, in Paesi dove talvolta non ha diritto nemmeno a ricevere il salario.

Colombo (AsiaNews) – Due “manuali” con indicazioni pratiche e frasi tipiche in Tamil, Sinhala, inglese e arabo per i lavoratori domestici e un racconto televisivo stile documentario sulle lavoratrici migranti, del regista Bertram Nihal. Il 3 maggio la Caritas dello Sri Lanka ha presentato a Colombo questi strumenti operativi, per intervenire nella difficile situazione delle lavoratrici migranti, alla presenza di numerosi laici e religiosi. Padre George Sigamoney, direttore della Caritas Sri Lanka, denuncia il sostanziale disinteresse del governo cingalese e dice che per modificare la difficile situazione, occorre che il governo sia più attento al problema e introduca misure di tutela.

Mons. Joseph Spitteri, nunzio in Sri Lanka, ha partecipato alla cerimonia, insieme con con mons. Harold Anthony Perera, vescovo di Kurunegala e presidente della Commissione cattolica nazionale per giustizia, pace e sviluppo umano.

La Caritas rileva che i lavoratori cingalesi migrano soprattutto per sfuggire alla povertà, oppure per lasciare le zone della guerra civile. Ci sono circa 1,5 milioni di migranti cingalesi e il 93% va in Medio Oriente. Peraltro la loro situazione è del tutto deteriore, sono privi quasi di ogni diritto, costretti a lavorare senza periodi di riposo e con scarso cibo, segregati, con il rischio di non essere pagati, sottoposti a sofferenze fisiche e psichiche, a rischio di abusi sessuali. Le rimesse dei lavoratori migranti sono la maggior fonte di pregiata valuta estera nel Paese e anche per questo il governo dovrebbe essere più attento ai loro problemi.

Padre Sigamoney, che ha presieduto l’evento, ha ricordato l’incessante lavoro della Caritas per i migranti e i risultati conseguiti e ha parlato dell’attuale Campagna per i migranti lavoratori domestici, che vuole non soltanto sensibilizzare l’opinione pubblica, ma anche favorire iniziative collegate, presso le Nazioni Unite e altri organismi internazionali.

Il documentario, dal titolo Duru Ratakata Yanni (Il suo viaggio verso una lontana terra straniera), ha mostrato nei suoi 30 minuti le circostanze cruciali che debbono affrontare le donne lavoratrici migranti.

Suor Ushani Perera ha osservato che “la migrazione non è la sola soluzione per fuggire la povertà, ma fino a quando non ci saranno effettive alternative, noi promuoveremo una migrazione sicura e incoraggeremo i lavoratori a presentarsi come lavoratori specializzati, grazie ai programmi di addestramento della Caritas”. Secondo i dati della Caritas, circa il 90% delle donne migranti sono giovani donne e madri di età tra 18 e 45 anni.

Mons. Spiteri, dopo l'incontro, ha espresso congratulazioni alla Caritas per l’iniziativa e per la redazione delle due “guide”, ritenute “molto utili”.

La buddista Chandrangani Gunatilaka, madre di due bambini piccoli del remoto villaggio di Galewela, è ancora malata per i maltrattamenti subiti quando era lavoratrice in nero nel Medio Oriente. Ha raccontato la sua storia e come sia tornata malata e senza denaro.

Il 28 aprile il gruppo pro-diritti Human Rights Watch ha pubblicato un documento sulla drammatica situazione dei migranti in Asia e nel Medio Oriente e ha “raccomandato con forza” ai governi di adottare azioni immediate per aiutarli.