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Filippine al voto. Altri quattro uccisi
La campagna elettorale ha fatto decine di morti. Ma i filippini si recano in massa alle urne, circa l’80% degli aventi diritto al voto. Candidato favorito alla presidenza: Benigno Aquino. Le parrocchie scelte per il controllo dei seggi e per la conta dei voti. Dubbi sul voto elettronico.
Manila (AsiaNews/Agenzie) – Quattro persone sono state uccise a poche ore dall’inizio delle elezioni oggi nelle Filippine. Secondo fonti della polizia, tre persone sono state uccise e 10 ferite in uno scontro fra le forze dell’ordine e i sostenitori di un candidato della provincia di Zamboanga Sibugay stamane prima dell’alba. E sempre stamane un altro uomo – cugino del candidato al vice-governatorato di North Cotabato – è stato colpito a morte mentre guidava una motocicletta.
Sale così a 33 il bilancio delle vittime di questa campagna elettorale che si è protratta per quasi quattro mesi. Al bilancio vanno aggiunte alle 57 vittime del massacro di Maguindanao, lo scorso novembre, quando un gruppo che tentava di registrare un loro candidato alle elezioni è stato rapito e giustiziato dal clan rivale degli Ampatuan.
Quest’oggi dalle 7 alle 18 circa 50 milioni di filippini si stanno recando alle urne per decidere chi sarà il loro presidente, il vice-presidente, 250 membri del Congresso, 12 senatori (su 24) e oltre 17 mila rappresentanti provinciali e locali.
Le violenze, piuttosto comuni nel Paese, non fermano la voglia di partecipazione: di solito al voto partecipa più dell’80% dell’elettorato.
Il desiderio della maggioranza è di voltare pagina sugli scandali per corruzione che sono emersi durante la presidenza di Gloria Arroyo. Benigno Aquino, il figlio della defunta presidente Cory sembra essere il più favorito. Gli ultimi sondaggi lo danno vincitore al 43%. Segue, ma distanziato (al 20%), l’ex presidente Joseph Estrada, ex attore molto carismatico, capace di smuovere le folle.
Diverse personalità sono in lizza per strappare un posto al Congresso. Fra questi vi è il noto pugile Manny Pacquiao e Imelda Marcos, vedova del defunto dittatore Fernando Marcos.
Per la prima volta in queste elezioni si voterà con macchine elettroniche, ma vi è il timore che esse non funzionino a causa dei black-out ricorrenti o per guasti tecnici.
Per evitare il fallimento delle elezioni la Commissione elettorale (Comelec) si è affidata alle parrocchie del Paese. I Parish Pastoral Council for Responsible Voting (Ppcrv), gruppi di giovani volontari cattolici, sono delegati al monitoraggio del voto ai seggi e saranno gli unici cittadini a condurre un conteggio dei voti parallelo a quello delle macchine.