Papa: in Portogallo, la Chiesa collabora con chi non riduce al privato la fede
Benedetto XVI è arrivato a Lisbona, prima tappa di una visita che avrà a Fatima il suo centro. Durante il volo ha collegato al Terzo segreto la vicenda degli abusi dei preti, un fatto “realmente terrificante”. "Il Signore ha detto che la Chiesa sarà sofferente fino alla fine del mondo. E oggi questo lo vediamo in modo particolare".
Lisbona (AsiaNews) - La visita di Benedetto XVI in Portogallo, cominciata oggi, vuole essere “una proposta di sapienza e di missione”, sotto “il segno” offerto dalla Vergine di Fatima, “venuta dal Cielo per ricordarci verità del Vangelo che costituiscono per l’umanità, fredda di amore e senza speranza nella salvezza, sorgente di speranza”. Il Papa ha delineato così, al suo arrivo all’aeroporto Portela di Lisbona il significato di un viaggio che per quattro giorni lo vede in Portogallo, dove è arrivato alle 11, ora locale, accolto dal presidente della Repubblica, Aníbal Cavaco Silva, da numerose autorità e da un coro di 30 bambini che gli hanno cantato il loro benvenuto.
  
Nel suo discorso all’arrivo, Benedetto XVI, parlando degli antichi legami ce legano questo Paese alla Chiesa, ha detto che la Chiesa “è pronta a collaborare” con chi “non riduce al privato” la fede. “Non si tratta – ha sottolineato - di un confronto etico fra un sistema laico e un sistema religioso, bensì di una questione di senso alla quale si affida la propria libertà”.
 
Di Fatima, momento centrale della visita, che vedrà Benedetto XVI anche a Porto, oltre che a Lisbona, il Papa aveva parlato già durante il volo, incontrando i giornalisti che lo accompagnano nel viaggio. Benedetto XVI ha infatti collegato lo scandalo degli abusi dei sacerdoti alla profezia affidata dalla Vergine a Lucia nel Terzo segreto. "Insieme alla sofferenza del Papa che in prima istanza possiamo riferire all'attentato a Giovani Paolo II - ha detto - nel messaggio di Fatima ci sono indicazioni su realtà del futuro della Chiesa”. “Oltre ai momenti indicati nelle visioni, si parla della realtà di passione della Chiesa. Ci sono sofferenze della Chiesa che si annunciano". "Il Signore - cioè - ha detto che la Chiesa sarà sofferente fino alla fine del mondo. E oggi questo lo vediamo in modo particolare". Per il Papa quanto sta emergendo in merito agli abusi commessi da sacerdoti è "realmente terrificante" e il perdono che pure la Chiesa deve dare a quanti si pentono non può sostituire la giustizia dei tribunali: “la penitenza, la preghiera, l'accettazione, il perdono che occorre dare", non soddisfano "la necessità di giustizia, perchè il perdono non sostituisce la giustizia”.
 
Ancora Fatima, all’arrivo, definita un “un amorevole disegno da Dio “, un “evento” nel quale il cielo si è “aperto”, “come una finestra di speranza che Dio apre quando l’uomo Gli chiude la porta – per ricucire, in seno alla famiglia umana, i vincoli della solidarietà fraterna che poggiano sul reciproco riconoscimento dello stesso ed unico Padre”.
 
“La Vergine Maria – ha proseguito - è venuta dal Cielo per ricordarci verità del Vangelo che costituiscono per l’umanità, fredda di amore e senza speranza nella salvezza, sorgente di speranza. Certo, questa speranza ha come prima e radicale dimensione non la relazione orizzontale, ma quella verticale e trascendente. La relazione con Dio è costitutiva dell’essere umano: questi è stato creato e ordinato verso Dio, cerca la verità nella propria struttura conoscitiva, tende verso il bene nella sfera volitiva, ed è attratto dalla bellezza nella dimensione estetica. La coscienza è cristiana nella misura in cui si apre alla pienezza della vita e della sapienza, che abbiamo in Gesù Cristo. La visita, che ora inizio sotto il segno della speranza, intende essere una proposta di sapienza e di missione”.
 
“Da una visione sapiente sulla vita e sul mondo – ha detto ancora il Papa - deriva il giusto ordinamento della società. Posta nella storia, la Chiesa è aperta per collaborare con chi non marginalizza né riduce al privato l’essenziale considerazione del senso umano della vita. Non si tratta – ha sottolineato - di un confronto etico fra un sistema laico e un sistema religioso, bensì di una questione di senso alla quale si affida la propria libertà. Ciò che distingue è il valore attribuito alla problematica del senso e la sua implicazione nella vita pubblica. La svolta repubblicana, verificatesi cento anni fa in Portogallo, ha aperto, nella distinzione fra Chiesa e Stato, un nuovo spazio di libertà per la Chiesa, a cui i due Concordati del 1940 e del 2004 avrebbero dato forma, in ambiti culturali e prospettive ecclesiali assai segnate da rapidi cambiamenti. Le sofferenze causate dalle trasformazioni sono state in genere affrontate con coraggio. Il vivere nella pluralità di sistemi di valori e di quadri etici richiede un viaggio al centro del proprio io e al nucleo del cristianesimo per rinforzare la qualità della testimonianza fino alla santità, trovare sentieri di missione fino alla radicalità del martirio”.