Duri scontri, il governo provvisorio di Bishkek riprende il controllo del meridione
Scotri a fuoco per le strade con almeno due morti e decine di feriti. Rimane alto il rischio di rivolte locali, perché la coalizione al potere è disomogenea e in molte regioni ha scarso sostegno.

Bishkek (AsiaNews) – Il governo provvisorio riprende con la forza il controllo del sud del Paese. Duri scontri con almeno 2 morti e 61 feriti, la situazione rimane tesa.

La reazione del governo di Bishkek è arrivata meno di 24 ore dopo che i sostenitori dell’ex presidente Kurmanbek Bakiyev hanno occupato i palazzi del governo nelle trecapitali regionali di Osh, Jalalabad e Batken e gli aerooprti. 

La sera del 13 maggio nelle vie di Osh, maggiore città meridionale, il governo aveva già schierato reparti di sicurezza del ministero dell’Interno e forze speciali dell’esercito, per evitare nuove proteste. Dopo una notte trascorsa in una calma tesa, la mattina presto sono scoppiati conflitti a fuoco a Jalalabad tra centinaia di sostenitori delle due fazioni che hanno usato di tutto, dal lancio di pietre ai kalashnikov. Alla fine ci sono stati, ufficialmente, 26 feriti e gravi danni al palazzo del governo regionale, che era in mano ai seguaci di Bakiyev.

Come per ritorsione, la sera del 14 maggio una folla di circa 100 persone ha incendiato nel villaggio di Tayit, regione di Jalalabad, 5 abitazioni di parenti di Bakiyev.

Bishkek indica Bakiyev come responsabile della protesta e lo accusa di avere anche dato denaro a residenti nella capitale per fomentare altre proteste, dice che i suoi sostenitori hanno aperto il fuoco per primi “sparando sulla folla”. Azimbek Beknazarov, procuratore generale, ha annunciato il 14 maggio l’arresto di Usen Sydykov, ex aiutante di Bakiyev e dice che dal telefono cellulare di questi siano partiti ordini agli occupanti dei palazzi di governo a Osh e a Jalalabad.

Esperti ritengono che, anche se il governo provvisorio ha subito ripreso il controllo, rimane da dimostrare la sua effettiva capacità a mantenerlo e a guidare il Paese, anche perché al potere c’è una coalizione disomogenea che in molte province non ha grande sostegno. Si ritiene alto il rischio di tentativi di seccessione del meridione, dove Bakiyev è ancora forte.