Il divieto tedesco fa scendere le borse asiatiche
Ieri la Germania ha annunciato l’immediato divieto di vendite allo scoperto per titoli di Stato e di altro tipo. Reazioni negative nelle borse asiatiche, l’euro scende ancora. Il timore è che la crisi europea sia peggiore di quanto appare e che possa creare una crisi finanziaria come quella del 2008.

Hong Kong (AsiaNews/Agenzie) – Discesa delle borse asiatiche ai minimi valori da 3 mesi, crollo delle azioni futures europee e balzo dei titoli di Stato tedeschi, mentre il cambio dell’euro scende sotto l’1,22 con il dollaro Usa toccando il minimo da 4 anni. Il nuovo scossone segue la decisione della Germania, annunciata  ieri dal ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble, che a partire dalla mezzanotte ha vietato le vendite allo scoperto sui titoli di Stato della zona euro, sui crediti default swap loro legati e per le azioni delle dieci principali istituzioni finanziarie tedesche, per impedire manovre speculative e per il rischio che massicce operazioni a breve termine potessero causare grandi variazioni dei prezzi e alterare la stabilità dell’intero sistema finanziario.

La mossa tedesca, con il divieto che scadrà solo il 31 marzo 2011, ha però rinnovato il dubbio negli investitori sui possibili scenari se la crisi della zona euro dovesse peggiorare. Greg Gibbs, stratega a Sidney del Gruppo Royal Bank of Scotland, ha osservato all’agenzia Bloomberg che questo divieto “fa vedere che le autorità avvertono che i problemi sono maggiori di quanto possano apparire in superficie, cosa che genera più nervosismo e paura”.

E’ diffuso il commento che i timori della Germania siano fondati su notizie ancora ignote al mercato e che questa mossa, poco spiegata, possa generare un diffuso panico che allontanerà molti investitori dal mercato azionario.

L’indice MSCI relativo ai titoli della zona Asia Pacifico perdeva oggi l’1,20% a Tokyo, è sceso dell’11% dal suo massimo raggiunto il 15 aprile.

Il prezzo del petrolio è sceso al minimo da 7 mesi e un metallo molto richiesto come il rame ha perso l’1,2%.

I Paesi asiatici sono preoccupati perché la crisi europea ha conseguenze dirette sulla loro esportazioni, con il deprezzamento dell’euro che rende più costosi e meno competitivi i loro prodotti. Però le borse di Tokyo e Seoul hanno avuto ribassi contenuti entro un punto percentuale e l’Hang Seng di Hong Kong ha perso l’1,83% al minimo da 3 mesi.

In forte calo,  invece, le aziende grandi esportatrici verso l’Europa. La giapponese Nippon Sheet Glass Co., che riceve dall’Europa il 42% dei suoi guadagni, ha perso il 4% nella borsa di Tokyo.La Canon Inc., pure molto attiva nel mercato europeo, ha perso l’1,3%. Minimo ribasso della borsa di Shangai: -0,3%, dopo il robusto recupero di ieri.

Jackson Wong, dirigente investimenti al Tanrich Securities, osserva che “gli sviluppi dell’eurozona creano grande disturbo, per gli investitori cinesi. Essi temono che la zona euro possa crollare e generare un caos simile a quello del 2008”, quando ci fu un generale crollo di borse e investimenti in occidente.