Attivisti delle navi per Gaza espulsi da Israele dopo il sequestro
Entro oggi dovrebbero essere tutti espatriati. Gli attivisti danno un quadro del blitz diverso da quello dell’esercito e del governo israeliani: “crimine di guerra” ; “violazione della legge internazionale”. I soldati avrebbero iniziato a sparare e lanciare granate senza alcun preavviso.
Gerusalemme (AsiaNews/Agenzie) – La radio militare israeliana ha annunciato oggi l’espulsione di 250 attivisti filo-palestinesi, arrestati dopo il blitz e il sequestro di alcune navi che tentavano di forzare il blocco israeliano sulla Striscia di Gaza.
 
Il ministero degli esteri ha detto che il resto degli attivisti sarà scortato fuori del Paese entro la giornata di oggi. La decisione di rilasciare gli attivisti è stata presa ieri in tarda serata dallo stesso premier Benjamin Netanyahu, mentre crescono le critiche della comunità internazionale verso l’operazione militare contro la “flottiglia della libertà”. Alcuni pullman hanno portato attivisti turchi all’aeroporto Ben Gurion; altri 124 attivisti da 12 Paesi musulmani sono stati portati alla frontiera con la Giordania. Già ieri sera sono stati rilasciati cinque tedeschi, sei greci, e diversi altri.
 
I 680 attivisti erano stati portati alla prigione di Beer Sheva dai commando israeliani dopo l’attacco del 31 maggio scorso alle navi.
 
Le prime dichiarazioni degli attivisti contrastano con l’interpretazione data finora dall’esercito israeliano. Secondo Tsahal, i commando che hanno compiuto l’assalto hanno dovuto difendersi perché hanno trovato resistenza, denunciando la presenza di armi, coltelli, bastoni. Alcuni attivisti tedeschi – parlamentari del Reichstag – affermano invece che forse solo tre attivisti avevano bastoni; gli altri erano indifesi. Una di loro, Inge Hoeger, ha condannato il raid israeliano come “crimine di guerra” e come una “violazione della legge internazionale”.
 
Un parlamentare kuwaitiano, Walid al-Tabtabai, afferma che “gli israeliani ci hanno trattati con rudezza e umiliato, donne, uomini e bambini”.
 
Alcuni attivisti palestinesi, ancora in prigione, hanno dichiarato ai loro avvocati che i commando israeliani cominciato a sparare, a lanciare granate e gas lacrimogeni dagli elicotteri senza prima dare alcun preavviso, creando panico e confusione fra coloro che erano sulla nave attaccata.
L’attacco ha causato la morte ufficiale di 9 persone, in maggioranza turchi e il ferimento di decine di attivisti. Anche sei militari sono stati feriti.