Un portatore del Nepal vince la maratona “più alta del mondo” sul monte Everest
di Kalpit Parajuli
In appena tre ore, 41 minuti e 20 secondi Phurba Tamang taglia il traguardo dell’ottava edizione della Tenzing-Hillary Everest Marathon proprio nella settimana in cui, per la prima volta, cinque telecamere vengono installate sull’Everest per monitorare lo scioglimento dei ghiacci.

Kathmandu (AsiaNews) - Sono bastati tre ore, 41 minuti e 20 secondi a Phurba Tamang per percorrere 42,19 chilometri sulle pendici del monte Everest e vincere la Tenzing-Hillary Everest Marathon 2010, avvenuta il 29 maggio. La maratona parte dall’Everest Base Camp, a quota 5,365 metri, e termina a Namche Bazar, a 3.446 metri.

Phurba Tamang, originario del Nepal, lavora come portatore a Lukla, ha appena ventidue anni ed è alla sua seconda vittoria consecutiva nella competizione: “Sono molto felice di avere vinto, correrò anche l’anno prossimo” dice ad Asianews.

La maratona “più alta del mondo”, giunta alla sua ottava edizione e da non confondere con la Everest Marathon che parte da Gorak Shep (5184 m), nasce nel 2003, organizzata per celebrare le “nozze d’oro” della prima scalata dell’Everest da parte di Sir Edmond Hillary e dello sherpa Tenzing Norgay, il 29 maggio 1953. La peculiarità di questa ottava edizione è che alcuni dei 104 partecipanti provenienti da tutto il mondo hanno portato sulle spalle parte della sporcizia raccolta sulla cima dall’Extreme Everest Expedition, che si occupa di mantenere pulita la più alta montagna del mondo.

E proprio nell’ultima settimana di maggio, per la prima volta, sono state installate sul monte Everest cinque telecamere per monitorare i ghiacciai, ogni 30 minuti per due anni. L’installazione delle telecamere da parte dell’EIS, Extreme Ice Survey, ha l’obiettivo di reperire dati sicuri sullo scioglimento dei ghiacciai dell’Himalaya. Una misura necessaria dopo l’ammissione, da parte dell’Intergovernmental Panel on Climate Change, di aver pubblicato dati errati sullo scioglimento dei ghiacciai in Himalaya, che, secondo le previsioni sbagliate fatte nel 2007, sarebbero dovuti scomparire nel 2035.