Dai pescatori un aiuto concreto per il reinsediamento dei profughi di guerra
di Melani Manel Perera
A Batticaloa, il governo si disinteressa dei problemi dei profughi tornati nei villaggi distrutti dalla guerra civile. Occorre ricostruire tutto, occorrono mezzi e denaro. Ora un gruppo privato aiuterà a bonificare la zona e a ricostruire.

Batticaloa (AsiaNews) – Un aiuto concreto del movimento Solidarietà nazionale pescatori (Nafso) per i profughi di guerra, per bonificare le vecchie abitazioni e prepararle ad accoglierli di nuovo. Mons. Joseph Ponnaiah, vescovo ausiliare della diocesi di Batticaloa, racconta ad AsiaNews come la solidarietà popolare sia una risposta concreta al bisogno del vicino, nell’assenza prolungata degli aiuti pubblici.

Il programma Praja Abhilasha del Nafso bonificherà il villaggio di Weligahakandiya nel distretto Batticaloa e il vicino canale, per consentire agli ex abitanti di tornare, rifare le case, ripristinare le coltivazioni, ricominciare una vita normale dopo anni di campo-profughi.

Nel 2007 circa 600 famiglie Tamil sono fuggite dal villaggio, incalzate dalla guerra, e si sono rifugiate a Mailanbawali. Il 29 giugno 2009, dopo la fine della guerra e dopo che l’esercito aveva riconquistato la regione nordorientale, 32 famiglie sono tornate a casa. Ma hanno trovato le case danneggiate e tutto il villaggio diventato una jungla. Non potendo tornare a casa si sono insediati nella scuola. Hanno pulito una piccola parte del villaggio, ma occorre fare molto di più. Il villaggio dista 18 chilometri dalla città più vicina, Maha Oya.

L’iniziativa è stata illustrata al vescovo da Francis Raajan, coordinatore del programma, nel corso di un incontro al vescovado di Batticaloa. Raajan ha spiegato che “la sola necessità di queste persone è un sostegno per reinsediarsi e ricominciare una vita normale. Costoro non chiedono sussidi materiali, ma solo un aiuto iniziale a pulire il canale e il villaggio”. “E’ un grande lavoro e abbiamo bisogno di molte persone e sussidi finanziari, perché occorrono equipaggiamenti costosi per pulire i circa 7,5 chilometri del canale distrutti. Dovremo usare un bulldozer e tecniche di ingegneria”.

Raajan ha spiegato ad AsiaNews che si vuole pulire il villaggio a partire dal 14 giugno e che poi sarà sgombrato il canale.

Mons. Ponnaiah ha espresso “effettivo apprezzamento per l’aiuto sostanziale dato a questi poveri”.

L’Agente governativo di Batticaloa Arumainayaham ha detto che il governo non ha fondi per tale opera ma può fornire strumenti e materiali ai volontari che vogliono bonificare il villaggio. Il lavoro è difficile perché la macerie sono pesanti e il luogo è infestato da serpenti.

Le 32 famiglie già tornate a Weligahakandiya vogliono iniziare l’opera al più presto, perché – dicono ad AsiaNews M. Maheswari e altre donne del villaggio – “viviamo tra grandi difficoltà, senza abbastanza cibo né lavoro”. “All’inizio il governo ci dava riso, dhal, latte in polvere, olio di cocco e altro, ma ora non più, da mesi non riceviamo nulla”. A questi profughi tornati a casa, il governo ha dato alimenti solo per 6 mesi.