Teheran, oltre 900 arresti per l'Onda verde "più matura di un anno fa"
Attivisti affermano che tra i fermati, più di 300 sono donne. Polizia, agenti in borghese e Basij hanno presidiato le strade, intimando alla popolazione di non inscenare proteste. Un gruppo di universitari ha indetto una protesta silenziosa e lo sciopero della fame. Slogan e canti degli oppositori, fra cui “morte al dittatore”. Karroubi: l’Onda Verde è più matura di un anno fa.
Teheran (AsiaNews/Agenzie) – Le forze di sicurezza iraniane hanno arrestato almeno 900 persone, tra cui 300 donne, durante le manifestazioni del 12 giugno scorso. Nonostante il presidio di polizia, agenti in borghese e milizie basij, l’opposizione democratica – a un anno esatto dalle elezioni presidenziali – è scesa di nuovo in piazza per protestare contro la rielezione di Mahmoud Ahmadinejad, frutto di brogli e illegalità. A differenza del 2009, non si è trattato di manifestazioni oceaniche. Tuttavia le proteste nelle varie città e università del Paese mostrano che l’effetto della “Onda Verde” non si è esaurito, tanto che Mehdi Karroubi, uno dei leader, afferma: “il movimento, oggi, è più forte e maturo di un anno fa”.
 
La Human Right Activists News Agency (Hrana) riferisce che oltre 900 persone sono state arrestate il 12 giugno scorso, a un anno dalla vittoria di Ahmadinejad alle presidenziali. Tra queste, almeno 300 sono donne e i familiari non hanno notizie sulla loro sorte. Alla vigilia dell’anniversario, le autorità di Teheran avevano negato l’autorizzazione a manifestare e hanno inviato messaggi telefonici in cui si leggeva: “Caro cittadino […] Se ripeti queste azioni, sarai punito in accordo al Codice penale islamico”. Anche i leader anti-governativi Mir Hossein Mousavi e Mehdi Karroubi hanno invitato la popolazione a mantenere un basso profilo, per evitare ulteriori spargimenti di sangue.
 
Tuttavia le strade di Teheran e di altre città dell’Iran hanno registrato dimostrazioni con slogan fra cui “Morte al dittatore” e “Dio è grande”. Nell’università di Sistan e Baluchestan circa 1000 studenti hanno indetto una protesta silenziosa, unita allo sciopero della fame. In alcuni casi si sono registrati scontri fra i cittadini e le forze di sicurezza. Un giornalista di Rooz on-line, che ha seguito le manifestazioni dalla capitale, aggiunge che la gente ha inscenato “sottili” forme di protesta. “Camminavano per la strade e ridevano – scrive il cronista – creando rabbia fra i poliziotti ma, al tempo stesso, senza dare loro motivo per attaccarli. I funzionari apparivano carichi di collera e frustrati”.
 
Un gruppo di attivisti denuncia anche un giro di vite sulle visite in carcere ai prigionieri politici. I parenti, infatti, non potranno avere incontri faccia a faccia con i detenuti, né vi sarà il rispetto del diritto alla riservatezza dei colloqui. Essi avverranno solo all’interno di cabine telefoniche. Le nuove disposizioni, spiegano, serviranno a impedire la diffusione di comunicati e dichiarazioni di prigionieri politici al mondo esterno.
 
Nonostante la repressione delle autorità di governo, il regime degli ayatollah non é riuscito a mettere il bavaglio all’opposizione democratica. Intervistato via mail dalla CNN, Mehdi Karroubi afferma che “oggi il Movimento Verde è più forte e maturo dello scorso anno”. Il leader dell’opposizione ammette che “le cose non sono migliorate, perché la situazione politica, l’economia e le relazioni internazionali sono state danneggiate”. Egli aggiunge che “se diamo un’occhiata più in profondità alla situazione, la società iraniana ha fatto passi da gigante nel cammino di consapevolezza dei propri diritti, ed è un grande cambiamento”.