Ministro israeliano: nuove soluzioni per allentare il blocco su Gaza
Isaac Herzog, Ministro per il welfare, afferma che “è tempo di mettere fine alla chiusura nei termini attuali”. Egli sottolinea che “non ha fornito alcun vantaggio a Israele” e “ha causato problemi di immagine” a livello internazionale. In settimana prevista la partenza di una nave iraniana con aiuti per la Striscia.
Gerusalemme (AsiaNews/Agenzie) – Israele sta studiando alcune soluzioni per allentare il blocco su Gaza. È quanto ha affermato oggi un membro dell’esecutivo, che definisce l’attuale politica promossa da Tel Aviv nella Striscia “controproduttiva”. Il governo sembra così accogliere i rilievi avanzati ieri da Tony Blair, inviato speciale per il Medio oriente, secondo cui è probabile un cambio di direzione sulla questioni degli aiuti.
 
Intervistato da Radio Israele Isaac Herzog, Ministro per il welfare, ha sottolineato che “è tempo di mettere fine alla chiusura nei termini attuali. Non ha fornito alcun vantaggio a Israele”. Il membro dell’esecutivo aggiunge che “da un punto di vista diplomatico, esso ha causato notevoli problemi di immagine”. Herzog ha inoltre informato Tony Blair – che ieri si è intrattenuto con i Ministri degli esteri dell’Unione europea – che la revisione intende “consentire un ingresso più agevole degli aiuti” nella Striscia di Gaza.
 
Dal 31 maggio scorso, in seguito all’attacco dell’esercito israeliano alla nave turca carica di aiuti per Gaza, la comunità internazionale ha lanciato una campagna di pressione su Tel Aviv perché allenti o interrompa del tutto l’isolamento della Striscia. Il governo ha imposto il blocco nel 2007, dopo la vittoria di Hamas su Fatah e la presa di potere dell’area.
 
Nei prossimi giorni una nave iraniana carica di aiuti per Gaza dovrebbe salpare dal porto di Khorramshahr. L’iniziativa di Teheran potrebbe alimentare la tensione nella regione, vanificando gli sforzi diplomatici per una rimozione del blocco. Il cargo, spiega l’agenzia semi-ufficiale Mehr News Agency, navigherà nelle acque territoriali dell’Oman, Yemen ed Egitto, prima di raggiungere Gaza. Essa conterrà aiuti umanitari e non prevede la presenza a bordo di pacifisti.