Croce Rossa Internazionale: in Kirghizistan “è in atto una crisi immensa”
Mancano viveri, l’esercito vigila sulla vendita dei pochi alimenti disponibili: verdure, pane, burro. Decine di migliaia sono fuggiti dalle case bruciate o insicure e vivono senza riparo e senza nulla, dormendo per strada. La violenza può riesplodere in ogni momento.

Bishkek (AsiaNews/Agenzie) – In Kirghizistan è in atto “una crisi immensa” secondo la la Croce Rossa Internazionale (Cri). I profughi mancano di tutto: cibo, acqua, riparo, medicine. La popolazione vive in una grandissima incertezza, timorosa che le violenze possano riprendere in ogni momento.

Severine Chappaz della Cri parla del dramma dei molti dispersi, “tra diverse centinaia e alcune migliaia”, di cui le stesse famiglie non hanno notizie.

Ora l’esercito ha ripreso il controllo e pattuglia le strade di Osh, ma la calma è innaturale e carica di minacce. Grazie a questa tregua, la Cri ha potuto raggiungere le zone dei disordini, che per giorni erano rimaste tagliate fuori da qualsiasi aiuto.

Secondo dati ufficiali, almeno 200mila persone sono fuggite dalle loro case, anche se il dato è ritenuto sottostimato. Circa 75mila sono state accolte nei campi profughi e in rifugi improvvisati in Uzbekistan, ma di tantissime altre non si hanno notizie precise. Molti sono rimasti a stazionare presso il confine, dopo che l’Uzbekistan lo ha chiuso; non hanno viveri né ripari, intere famiglie con bambini dormono in mezzo alla strada. Ma dicono che non possono tornare indietro, a qualcuno la casa è stata bruciata, tutti hanno paura che la violenza riesploda.

Anche ad Osh la situazione è gravissima. Le autorità hanno cominciato a liberare le strade da carcasse di auto date a fuoco. Manca il cibo e autocarri vendono solo vegetali, burro e pane, sotto l’attento controllo dell’esercito per prevenire violenze.

La diplomazia internazionale è cauta nell’intervenire. Robert Blake, massimo funzionario diplomatico Usa della zona, è stato a Tashkent e nella Valle Ferghana dove sono i rifugiati, domani sarà a Bishkek per parlare col governo provvisorio kirghiso, che ha dichiarato 3 giorni di lutto nazionale in ricordo degli almeno 180 morti ufficiali di questi giorni. La Cina ha evacuato 1.300 cittadini dalla zona e vuole portarli via tutti.