Islamabad “sfida” gli Usa e compra gas dall’Iran
Nonostante gli avvertimenti di Washington, il governo pakistano ha confermato che procederà nel progetto di importazione di carburante naturale da Teheran. In questo modo, però, si vanificano le sanzioni decise dalle Nazioni Unite e dal Congresso Usa contro gli ayatollah.

Islamabad (AsiaNews/Agenzie) – Il primo ministro pakistano ha ignorato gli avvertimenti degli Stati Uniti e ha confermato ieri che intende andare avanti con il piano di importazione di gas naturale dall’Iran, nonostante le sanzioni imposte dalla comunità internazionale al regime di Teheran. Il primo ministro Yousaf Raza Gilani ha di fatto risposto all’inviato speciale americano in Pakistan – Richard Holbrooke – che lo scorso 20 giugno ha avvertito il Pakistan di non “impegnarsi troppo” nel patto.

Questo, ha spiegato l’esponente dell’amministrazione Usa, potrebbe configgere con il nuovo ciclo di sanzioni contro gli ayatollah al momento allo studio del Congresso statunitense. L’importazione di gas è un motivo di tensione fra le due nazioni: secondo Islamabad, essa è fondamentale per superare la crisi energetica che ha colpito il Pakistan. Per Washington, invece, il contratto sminuisce sensibilmente tutto l’apparato delle sanzioni (tutte di tipo economico) con cui la comunità internazionale intende fermare il programma nucleare iraniano.

Gilani sostiene però che l’accordo “potrebbe essere messo in discussione se violasse le sanzioni approvate dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Ma noi non siamo in alcun modo costretti a seguire le misure unilaterale decise dagli Stati Uniti”. Nel corso dell’ultimo decennio, il Palazzo di vetro ha approvato quattro diversi pacchetti di sanzioni contro il governo iraniano, che comunque non ha mai interrotto il proprio programma nucleare. L’ultimo round è passato all’inizio di giugno.

Gli Stati Uniti, invece, hanno applicato diverse forme di sanzioni unilaterali: al momento, il Congresso si sta preparando per votare un programma teso a colpire l’industria petrolifera iraniana, che garantisce la maggior fascia di reddito nel Paese. Inoltre, Washington cerca di limitare l’influenza dei Guardiani della Rivoluzione nella società civile: per ottenere questo scopo, vuole fermare la produzione industriale in mano ai pasdaran.

Il contratto di importazione di gas fra Pakistan e Iran rischia di vanificare tutti questi sforzi. Secondo il patto Teheran si impegna a inviare a Islamabad 760 milioni di piedi cubici di gas al giorno, attraverso un nuovo oleodotto la cui costruzione inizierà nel 2014: il costo previsto del progetto ammonta a 7 miliardi di dollari.