Delitto d’onore e dote continuano a mietere vittime in India
di Nirmala Carvalho
Un uomo e una donna di caste diverse si suicidano perché il loro matrimonio “è impossibile”. Ragazza di 24 anni si getta dal 28esimo piano di un palazzo dopo le torture subite dal marito e dai suoceri che pretendono il pagamento della dote.

New Delhi (AsiaNews) – Una giovane coppia si è suicidata ieri a Samalkha, a 50 km da Delhi, buttandosi sotto un treno. Secondo la polizia, si tratta dell’ennesimo caso di “delitto d’onore”. Deepak e Teena, rispettivamente di 25 e 18 anni, erano dello stesso villaggio e volevano sposarsi, ma appartenevano a caste diverse.

 Il giovane faceva parte della comunità Saini mentre la ragazza apparteneva alla casta Luhar. I genitori hanno dichiarato alla polizia che più volte avevano cercato di convincere i ragazzi a non frequentarsi perché la loro relazione “era impossibile”.

 È solo l’ultimo dei numerosi delitti d’onore che continuano a consumarsi in India. Il 20 giugno Mandeep Nagar, 23 anni, e Ankit Chaudhury, 22, aiutati da un terzo uomo, hanno ucciso le proprie sorelle perché si erano unite a uomini di casta differente, esponendoli in questo modo “agli insulti di tutto il villaggio. Non potevamo sopportare l’umiliazione”.

 Il “delitto d’onore” in India consiste tradizionalmente nell’uccisione di un membro della famiglia da parte dei parenti quando questo li umilia, ad esempio sposandosi con una persona di casta diversa. Secondo lo United nations population fund avvegono 5mila delitti d’onore all’anno nel mondo, la maggior parte dei quali in India.

 Un’altra piaga culturale che affligge il Paese è il sistema della dote. Nishi Jethwani, 24 anni, si è gettata ieri dal 28esimo piano di un palazzo di Mumbai dopo avere subito torture fisiche e mentali da parte del marito e dei suoceri, che volevano ottenere il pagamento della dote.

 Nonostante sia stata abolita per legge nel 1961, la dote ha causato 8172 morti solo nel 2008, secondo l’Indian National crime records bureau. Il pagamento della dote ammonta a milioni di rupie (decine di migliaia di euro) e spesso molte famiglie, non potendo permettersela, uccidono le figlie prima ancora che nascano per evitare il rischio di un matrimonio che non potrebbero permettersi.