Parroco di Ramallah: "Campane a morto e una messa per Arafat"

Le Brigate Al Aqsa: Vendicheremo questo omicidio sionista.


Ramallah (AsiaNews) – I cristiani di Ramallah hanno accolto con "tristezza" la morte del presidente palestinese Yasser Arafat. Ancora ieri sera cristiani e musulmani erano raccolti nella piazza di Ramallah a vegliare con le fiaccole per la vita del presidente palestinese. Il parroco della parrocchia latina della Sacra Famiglia, padre Ibrahim Hijazin, ha detto ad AsiaNews che "per tutto il giorno le campane della nostra chiesa suoneranno a morto per il nostro presidente".

Dopo la sepoltura di Arafat, sabato a Ramallah, i cattolici di Ramallah celebreranno una messa in suo ricordo. "Qui la gente è molto triste" racconta p. Hijazin. "Il presidente Arafat aveva consacrato la sua vita all'indipendenza e alla creazione di uno stato palestinese. È brutto che egli venga sepolto qui a Ramallah, dove era stato messo sotto assedio, e non dove avrebbe voluto, a Gerusalemme".

L'Autorità palestinese ha proclamato 40 giorni di lutto nazionale. I negozi resteranno chiusi per 3 giorni e gli uffici pubblici per una settimana. Durante i 40 giorni tutte le bandiere palestinesi resteranno a mezz'asta, le festività sono state cancellate.

In un comunicato le Brigate dei martiri di Al Aqsa hanno invitato i militanti ad attaccare Israele per vendicare "l'assassinio sionista" di Arafat. "Israele e il governo sionista di Sharon sono responsabili dell'assassinio del nostro leader perché l'hanno messo sotto assedio [a Ramallah]. Questo crimine non resterà impunito".

Intanto arrivano i primi commenti israeliani alla notizia della morte di Arafat: il ministro della Giustizia Yosef Lapid ha detto alla radio nazionale: "Ho odiato Arafat per la morte degli israeliani .. lo ho odiato per non aver permesso al processo di pace di andare avanti. È una tragedia per tutto il mondo: egli non ha capito che il terrore iniziato qui si sarebbe diffuso ovunque nel mondo". Il leader dell'opposizione Shimon Peres ha dichiarato che "non c'è dubbio che con la morte di Arafat si chiude un'era, nel bene e nel male". (LF)