Cattolici in Vietnam: l’educazione è più del nozionismo
di J.B. Vu
I cattolici di Ho Chi Minh City lanciano l’allarme: educare significa far crescere una persona e non solo trasmettere nozioni e capacità. P. Vincent Pham Trung Thanh: “Non accusiamo gli altri. Ogni cattolico deve contribuire all’educazione delle famiglie, della Chiesa e della società”.

Ho Chi Minh City (AsiaNews) – L’educazione in Vietnam non si preoccupa più della verità e dello sviluppo umano integrale delle giovani generazioni. A lanciare l’allarme sono i partecipanti del seminario “Condividere le esperienze educative delle scuole oggi”, che si è tenuto nella sede dei redentoristi a Ho Chi Minh City.

 “Per me educare significa far crescere una persona e non solo trasmettere nozioni e capacità” ha detto fr. Gregorie Nguyen Van Tan, responsabile provinciale della congregazione De La Salle in Vietnam. “Dal 1975 il governo rivoluzionario non permette a noi cattolici di gestire scuole, ma noi continuiamo a lavorare con i giovani. Certo, se avessimo delle scuole sarebbe molto meglio”.

 Secondo i partecipanti alla conferenza, il degrado dell’educazione è imputabile a una serie di professori che si limitano a trasmettere conoscenze e capacità ma non affrontano i temi dell’umanità, dei valori e del modo in cui gli esseri umani devono comportarsi tra di loro.

 Un giovane giornalista di Saigon che non ha voluto rivelare il suo nome ha dichiarato ad AsiaNews che “molte facoltà di moda spiegano agli studenti del primo anno che devono essere creativi e confezionare abiti mostruosi, ma non insegnano loro come misurare, tagliare o cucire vestiti normali”.

 A conclusione del seminario, p. Vincent Pham Trung Thanh, responsabile provinciale dei redentoristi, ha dichiarato che adesso non bisogna “accusare o scaricare le responsabilità sugli altri, ma ogni cattolico deve essere come una candela, una luce accesa, per pregare e contribuire all’educazione delle famiglie, della Chiesa e della società”.