Alla Duma a rischio il diritto di manifestare
di Nina Achmatova
Chi ha pagato multe, o è colpevole di violazioni amministrative non potrà organizzare raduni pubblici. Si riafferma il controllo delle autorità locali su tutte le manifestazioni, non solo a quelle sgradite dal regime.
Mosca (AsiaNews/Agenzie) – Se sei stato multato per non aver pagato il biglietto sui mezzi pubblici, perdi il diritto a manifestare. È quello che succederebbe in Russia se passasse il disegno di legge, approvato lo scorso 9 luglio in prima lettura alla Duma di Stato. Il testo prevede il divieto di organizzare manifestazioni a chi è stato condannato in passato a pagare sanzioni amministrative. La bozza, per cui hanno votato 312 deputati su 450, ha ricevuto le critiche di Gennady Gudkov – membro del partito “Russia giusta” – che ha bollato l’iniziativa come “folle” e “destinata a minare irrimediabilmente il diritto a manifestare”.
 
Il disegno di legge prevede che nessun organismo legale - inclusi i partiti politici - possa organizzare un raduno pubblico, se colpevole di violazioni amministrative. Queste vanno dall’eccesso di velocità al volante, al mancato pagamento del biglietto per i mezzi pubblici. Secondo Maxim Rokhmistrov, vice capo del Partito liberal democratico, il disegno di legge è incostituzionale perché “incorrere in una sanzione amministrativa non può comportare la perdita dei diritti civili come quello alla libertà di manifestare”.
 
Gli organizzatori, inoltre, non potranno diffondere informazioni sul programma e il luogo di una manifestazione finché le autorità locali non approveranno l’itinerario e la data dell’evento. Le autorità preposte, secondo la bozza di legge, avranno tre giorni lavorativi per respingere le richieste degli organizzatori ed eventualmente proporre alternative. Negli ultimi anni, manifestazioni “sgradite” al governo come i raduni gay o le proteste dell’opposizione hanno avuto difficoltà, e spesso non sono nemmeno riuscite, ad ottenere i permessi necessari.
 
Il disegno di legge propone anche che siano le autorità locali a decidere le modalità delle manifestazioni “che coinvolgono mezzi di trasporto o si svolgono su infrastrutture preposte al trasporto”, come strade e autostrade. Secondo Gudkov, il riferimento è alle cosiddette manifestazioni “del secchio blu”, in cui automobilisti mettono un secchio blu sulla loro auto in segno di protesta contro l’uso dei lampeggianti per le macchine dei funzionari di Stato, che girano per le città violando impunemente il codice della strada.
 
Il disegno di legge ora dovrà superare la seconda lettura, la cui data però non è ancora stata fissata.