“In Cina è molto difficile garantire la sicurezza alimentare”
Il duro giudizio è di un funzionario esperto del ministero della Sanità. Esperti: per tutelare i diritti dei cittadini, occorre rendere indipendente chi opera tale tutela.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – “Con il vasto territorio e la popolazione della Cina, è davvero difficile debellare tutte le minacce alla sicurezza alimentare e mettere sotto processo tutti gli imprenditori non scrupolosi”. Il duro giudizio è di Su Zhi, funzionario anziano del ministero della Salute, dopo la scoperta di 76 tonnellate di latte in polvere alla melamina.

Su, nel corso di un Forum sulla sicurezza alimentare,  ripete che occorre aumentare la vigilanza, contro ogni possibile adulterazione. Nel settembre 2008 nel Paese esplose lo scandalo del latte in polvere per neonati contenente melamina, sostanza usata per le materie plastiche, ma velenosa per l’uomo, al quale può causare problemi renali. Per l’uso di questo latte ci furono almeno 6 decessi accertati e oltre 300mila bambini malati, anche in modo grave.

All’epoca lo scandalo coinvolse 22 primarie ditte casearie, tra le leader del settore, il cui latte era tra i più rinomati e usati nel Paese. I prodotti caseari cinesi furono banditi dagli altri Stati. Furono arrestate e condannate 21 persone, due alla pena di morte.

Su non ha voluto dire se questa nuova partita di latte adulterato, sequestrato nel Gansu e nel Qinghai, fa parte di quello sequestrato nel 2008 e che doveva essere distrutto, o se è di nuova produzione.

Peraltro le ditte cinesi sono state al centro di vari scandali alimentari e sotto accusa è sempre finito anche un sistema di controlli troppo poco accurati. Nel 2008 risultò addirittura che la notizia del latte alla melamina era già emersa da mesi, ma che era stata messa a tacere per non turbare le Olimpiadi di agosto a Pechino. Ora i media ufficiali celebrano il “nuovo” approccio delle autorità che hanno subito dato notizia del nuovo sequestro di latte. Anche se le informazioni diffuse sono davvero minime.

Esperti osservano che troppo spesso le autorità locali hanno interessi nella grandi ditte della zona e che, comunque, per garantire un’effettiva tutela ai cittadini occorre che gli organi di controllo e il sistema giudiziario siano resi indipendenti dal Partito e dal governo locale.