L’Onu nega una “crisi di fiducia” con Hezbollah, ma la preoccupazione resta
Il coordinatore speciale delle Nazioni Unite per il Libano parla di “ruolo positivo” svolto dal Partito di Dio, ma ufficiali dei caschi blu evidenziano come gli attacchi fossero preparati e possano di nuovo avvenire in una zona controllata dal gruppo sciita. Analista: Hezbollah vuole ridurre l’Unifil a “ostaggi sotto il suo controllo” da manipolare in futuri confronti con Israele.
Beirut (AsiaNews) – L’Onu getta acqua sul fuoco e nega una “crisi di fiducia” con Hezbollah a causa degli attacchi contro i caschi blu nel sud del Libano (Finul), ma a questo atteggiamento positivo fa da contraltare il moltiplicarsi di voci sulla volontà del Partito di Dio di bloccare, di fatto, il ruolo dell’Onu e sui suoi passi per un nuovo confronto armato contro Israele.
 
“Hezbollah ha svolto un ruolo positivo per ridurre la tensione”, ha dichiarato ieri Michael Williams, coordinatore speciale dell’Onu per il Libano, aggiungendo che “non c’è una crisi di fiducia” con il Partito di Dio. Ufficiali della Finul spiegano che frizioni con gli abitanti della zona sono comprensibili, quando si istituiscono più di 350 posti di blocco fissi e mobili. D’altro canto, essi rilevano come le imboscate sono apparse preparate, mentre le critiche rivolte nei giorni scorsi da Hezbollah ai caschi blu fanno temere che nuovi incidenti possono sempre “capitare” in una zona fortemente controllata dal gruppo sciita.
 
Il quale, secondo un’analisi pubblicata su Middle East Online, mostra di avere l’obiettivo, comune con i suoi “padroni” Iran e Siria, di “paralizzare e castrare” l’Unifil, come ha fatto, fin dal 2005, con l’esercito libanese. “Hezbollah vuole che l’Unifil sia una specie di gruppo di boy scout, con il solo compito di preparare rapporti, senza forza militare o autorità, né libertà di movimento. Hezbollah sta pianificando di rendere le truppe Unifil semplici ostaggi sotto il suo controllo, da manipolare e usare in ogni futuro confronto con Israele o tra Iran e Siria da una parte e il mondo libero dall’altra”.
 
Da notare, in proposito, che il rappresentante siriano alle Nazioni Unite, l’ambasciatore Bashar Jaafari, secondo An Nahar avrebbe messo in guardia le Nazioni Unite dal prendere posizioni in Libano, perché ciò “potrebbe minacciare scrupolose acquisizioni realizzare da varie parti, compresa la Siria”. Jaafari ha anche obiettato contro quelle che il suo governo giudica “interferenze” da parte “del segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon nei rapporti bilaterali tra Libano e Siria”. (PD)