Ogni anno 190 mila vittime per uso improprio di farmaci

Pechino (AsiaNews) – Ogni anno 190 mila perone muoiono e 2,5 milioni ricorrono alle cure ospedaliere per uso improprio dei farmaci, causato sia dall'assunzione di medicine scadute, sia da mix che i malati ingeriscono senza consultare il medico. Secondo l'agenzia di stampa China Youth Daily, in Cina manca una regolamentazione nel settore farmacologico e i medicinali sono di bassa qualità; l'assunzione di farmaci senza consulto medico è una prassi comune che continua a causare centinaia di migliaia di vittime.

"L'unico controllo che viene effettuato nelle farmacie – afferma Zhang Heyong, presidente dell'Associazione farmaci non prescritti cinese – riguarda la licenza per la vendita di medicine". Egli sottolinea che le farmacie "dovrebbero tutelare i cittadini e guidarli nell'assunzione delle medicine" e ribadisce che è necessario un "controllo del settore farmaceutico per rendere più sicure le cure". Un altro fenomeno diffuso è la vendita di farmaci senza la necessaria prescrizione medica. Il Viagra, per esempio, è un farmaco che va preso sotto stretto controllo medico; secondo un indagine del Straits consumer news il farmaco viene venduto senza ricetta e molti cinesi lo assumono "perché credono che serva a potenziare le prestazioni sessuali".

La produzione di medicine pirata o contraffatte è ancora una prassi comune nel Paese: "La produzione di farmaci illegali – afferma Zheng Xiaoyu, presidente della commissione di supervisione sui farmaci – è in continuo aumento. Con le moderne tecnologie nel campo farmaceutico è difficile distinguere fra medicine legali e illegali". Secondo Zheng Xiaoyu il mercato illegale "alimenta un giro enorme di affari ed è caratterizzato da bassi prezzi e altissimi guadagni".

In Cina solo il 30% dei consumatori ha una chiara conoscenza delle medicine (non prescritte) che assume, mentre il 70% della popolazione le ingerisce senza alcun controllo o in base a esperienze o indicazioni ricevute in passato.

Il sistema sanitario cinese mostra diverse falle, che spesso vengono nascoste dal governo. un caso esemplare concerne l'epidemia di Sars, scoppiata nel 2002 e tenuta segreta a lungo dalle autorità. Per mesi, infatti, Pechino ha taciuto dati sull'infezione finché il presidente Hu Jintao ha minacciato perfino con la pena di morte chi nascondeva dati o chi non seguiva le regole sanitarie per l'isolamento.

La Sars ha inoltre reso manifesto il fragile sistema sanitario cinese, quasi inesistente nelle campagne, molto costoso nelle città. E il trattamento riservato ai malati di Aids non è certo migliore: i malati, soprattutto prostitute e drogati, subiscono discriminazioni e soprusi come detenzione arbitraria e condanne ai lavori forzati. È presente anche una forte discriminazione negli ospedali, che rifiutano di ospitare persone infette. Da non sottovalutare anche la polemica sulle statistiche: nel 2001 il Ministero cinese della Sanità aveva denunciato circa 800 mila persone con l'Aids; sei mesi dopo le Nazioni Unite hanno dichiarato che la Cina aveva 1,5 milioni di malati. (DS)