Seoul, la Chiesa celebra il primo Congresso nazionale per la vita
Due giorni di discussioni e interventi, coordinati dalla Commissione per la vita e da quella sulla Bioetica della Conferenza episcopale coreana, per trasformare la “cultura della morte” in una “cultura della vita”.

Seoul (AsiaNews) – Un impegno concreto per promuovere la cultura della vita, la difesa della vita umana sin dallo stadio embrionale, una maggiore sensibilità verso la donazione degli organi. Sono i temi su cui si sono concentrati i cattolici coreani nel corso del primo Congresso nazionale per la Vita, organizzata dalla Commissione per la vita e da quella sulla Bioetica della Conferenza episcopale coreana.

L’incontro si è tenuto all’interno dell’arcidiocesi di Seoul: i 150 sacerdoti, laici ed esperti chiamati a confrontarsi sui temi si sono infatti radunati nell’area di Kkottongnae, comunità cristiana che assiste i senza fissi dimora e gli abbandonati. I fondatori della comunità sperano che questi “possano capire l’amore di Dio, trovandone la pace come bambini”.

Il tema del convegno, che si è concluso l’11 luglio, era “Verso la cultura della Vita: difendiamo gli embrioni, doniamo organi”. Presenti moltissimi giovani, che si sono impegnati a organizzare un “Campo della gioventù pro-vita” entro la fine dell’estate. Il 10 luglio, i partecipanti hanno scoperto una targa che commemora il primo Congresso nazionale. La notte hanno vegliato in preghiera: dopo una fiaccolata, hanno celebrato la liturgia della Parola.

I temi di bioetica sono considerati estremamente importanti in Corea del Sud, un Paese con un basso tasso di natalità e una cultura governativa tendente a dare il via libera a pratiche come la manipolazione degli aborti e l’eutanasia. La Chiesa locale è da sempre in prima linea per trasformare questa “cultura della morte” in una “cultura della vita”.