Un nuovo suicidio alla Foxconn nel Jiangsu
Una ragazza di 22 anni ha riportato ferite gravi dopo essersi lanciata dal tetto del dormitorio ed è morta all’ospedale. Il problema delle condizioni di lavoro. Inutili le reti tirate fra gli edifici per evitare i suicidi.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Una ragazza di 22 anni si è gettata dal tetto del dormitorio negli stabilimenti della Foxconn a Kunshan (Jiangsu). La ragazza è stata trovata alle 4.00 del mattino con gravi ferite e trasportata all’ospedale è morta dopo 10 ore.
 
Il fatto è avvenuto il 4 agosto, ma la notizia è circolata solo oggi. Questo è il 16mo tentativo di suicidio che avviene nella ditta elettronica taiwanese, in cui si costruiscono e si assemblano gli Iphone della Apple e vari componenti di Siemens, Nokia, Sony, Dell e Hewlett-Packard.
 
La Foxconn ha dichiarato che la ragazza lavorava da loro da marzo e che la ditta sta collaborando con gli investigatori sulle cause della tragedia. “La Foxconn – continua la dichiarazione – ha espresso il suo più profondo dolore e le condoglianze alla famiglia dell’operaia e stiamo provvedendo per loro un sostegno in questo tristissimo momento”.
 
La catena di suicidi ha fatto emergere i problemi di lavoro dei migranti, costretti a lavorare fino a 14 ore, con straordinari, per guadagnare a sufficienza e inviare soldi alle famiglie. In più, alla Foxconn, nelle ore di lavoro gli operai non possono parlare fra di loro.
 
La ditta taiwanese ha speso 180 milioni di yuan (circa 1,8 milioni di euro) per installare milioni di metri quadri di reti fra gli edifici dei dormitori per evitare i suicidi a Shanzehn, nell’Henan e nel Jiangsu. Ma il tutto pare inutile. A ogni operaio è richiesto di firmare un contratto che include la promessa di non cercare il suicidio e vi sono consiglieri e monaci disponibili ad affrontare i problemi psicologici dello staff.
 
La Foxconn ha anche promesso di aumentare del 66% i salari a partire dal prossimo ottobre. Per ridurre l’impatto degli aumenti sul profitto, l’azienda ha deciso di trasferire 300 mila dei suoi 420 mila operai da Shenzen nell’Hubei e nell’Henan, dove il salario medio è più basso.