La Gran Bretagna non restituirà il diamante Koh-i-noor all’India
Nel viaggio in India, il premier Cameron lo ha escluso. Ma l’India non rinuncia. La storia misteriosa e “funesta” del diamante trovato 5mila anni fa, il cui valore è 2 volte e mezzo superiore a quanto il mondo consuma in un giorno.

New Delhi (AsiaNews/Agenzie) – La Gran Bretagna non intende restituire all’India il famoso diamante Koh-i-noor, portatole via nell’epoca coloniale. Lo ha chiarito il premier britannico David Cameron durante il suo viaggio in India, la settimana scorsa. Ma ambienti culturali e politici indiani insistono.

La gemma, del peso di 105 carati (21,6 grammi circa) è stata scavata in una miniera dello Stato indiano dell’Andhra Pradesh. A metà del 1800 arrivò in possesso della Compagnia delle Indie Orientali e in seguito è stata donata alla Regina Vittoria. E’divenuta parte dei Gioielli della Corona britannica e nel 1937 è stata incastonata nella corona reale.

Il 29 luglio Cameron, durante l’intervista alla televisione locale indiana NDTV ha commentato il diniego spiegando che se si inizia a restituire tesori e opere d’arte agli altri Stati, “potresti d’improvviso trovare il British Museum vuoto”. Commento che ha suscitato ampie critiche, quale conferma che il museo nazionale di Londra è una collezione di beni trafugati. Oltre a New Delhi anche molti altri Paesi (come Pakistan, Cina, Siria, Egitto, Messico, Cipro, Etiopia, Grecia e Guatemala) chiedono a Londra la restituzione di beni artistici trafugati.

Londra dice che è in grado di prendersi meglio cura della gemma e di esporla. L’India risponde invece che i musei britannici hanno tanti tesori e opere d’arte indiane, ma non hanno spazio per esporli: come il Victoria and Albert Museum a Londra, che in genere espone circa il 2% della sua collezione indiana. Vengono ricordati precedenti, come la statua in bronzo di Matraj, dio della danza, 12° secolo, restituita da Londra dopo una battaglia legale.

Il governo indiano per ora non interviene. Ma l’India non intende rinunciare al diamante, che ha un grande valore storico ed è visto anche come un simbolo del giogo coloniale.

Secondo la leggenda il Koh-i-noor (in persiano: Montagna di luce) è stato scavato nel distretto di Gundur 5mila anni fa. Se ne parla per la prima volta nel Baburanama, le memorie di Babur, discendente di Genghis Khan e fondatore dell’Impero Mughal: era parte del bottino conquistato da Babur dopo la Battaglia di Panipat nel 1526, dove tra gli sconfitti ci fu Vikramaditiya, re di Gwalior e proprietario del gioiello. Nella sua storia il diamante è poi appartenuto a regnanti e condottieri indù, persiani, nughal, sikh e britannici, talvolta ceduto come dono o risarcimento, altre volte preso come bottino. Esso è stato classificato come diamante portasfortuna, perché tutti i suoi proprietari hanno perso la vita o il regno. La sfortuna non appare avere colpito i reali di Gran Bretagna. Forse – dicono i superstizioni – perché la regina non porte con sé la pietra, ma la lascia tra i Gioielli della Corona, nei sotterranei della Torre di Londra.