Governo cinese: il referendum è una minaccia per la nazione

Proteste del partito democratico che chiede il suffragio universale. Secondo mons. Zen il referendum non mina i rapporti fra Hong Kong e Pechino.


Hong Kong (AsiaNews/Agenzie) – Il referendum sul suffragio universale "è una minaccia al sistema politico e costituzionale del paese". Lo ha affermato Gao Siren, direttore dell'ufficio per i rapporti con il governo centrale a Hong Kong. La proposta di un referendum volta a verificare il desiderio di democrazia del territorio era stata avanzata dai legislatori del partito democratico, per spingere Pechino ad ammettere il suffragio universale e l'elezione diretta del capo dell'esecutivo di Hong Kong. Il referendum doveva avere solo valore consultivo e non politico. In un'intervista a Xinhua, Gao Siren  ha sottolineato che la richiesta di referendum - in qualunque modo esso venga condotto - è  in contrasto con la Basic Law, la costituzione di Hong Kong.

Anche Tung Chee-Hwa, governatore di Hong Kong, ha bocciato la proposta definendola "inappropriata e incompatibile con le procedure legali prestabilite, inattuabile e ingannevole per il pubblico". Il governatore afferma inoltre che un tale referendum potrebbe minare i "buoni rapporti" con il governo centrale di Pechino.

Il 26 aprile scorso il Comitato Permanente dell'Assemblea Nazionale del Popolo (il Parlamento cinese) ha decretato che il territorio non avrà le elezioni dirette del governatore e il suffragio universale per il 2007 e il 2008, distruggendo ogni speranza che Hong Kong si muova verso la piena democrazia.

"Un referendum – ha concluso Gao Siren – non aiuta a promuovere la democrazia ed è contrario alle modalità scelte dal governo cinese per le elezioni del 2007/8".

Anche la chiesa cattolica cinese era scesa in campo per promuovere un referendum consultivo. Giorni fa mons. Joseph Zen, il vescovo di Hong Kong, si era espresso a favore della consultazione, per chiarire le tendenze dell'opinione pubblica sulla questione del suffragio universale . Secondo l'alto prelato "l'inchiesta non minerebbe i rapporti fra Cina e Hong Kong".