Cristiani in piazza: un "black day" contro la blasfemia
Ieri 11 agosto gruppi di cristiani e attivisti per i diritti umani hanno marciato e protestato contro le leggi discriminatorie, chiedendo pari libertà e dignità per ogni religione.

Lahore (AsiaNews/Agenzie) – Ieri 11 agosto i cristiani hanno osservato un “black day”, una giornata di protesta e di lutto contro le frequenti discriminazioni che subiscono nel loro Paese, soprattutto la legge sulla blasfemia che continua a mietere vittime.

Il 14 agosto 1947 è il giorno in cui il Pakistan è divenuto indipendente, dopo secoli di dominio coloniale britannico. Tre giorni prima, l’11 agosto, Muhammad Ali Jinnah, padre fondatore del Pakistan, in uno storico discorso avanti alla neocostituita Assemblea Costituente promise “libertà e uguaglianza” per tutte le fedi nel nuovo Paese.

I cristiani di vari gruppi hanno così preso questo giorno come simbolo, per una marcia di protesta organizzata dalla ong pro-diritti Human Rights Focus Pakistan (Hrfp) fino al Circolo della Stampa di Lahore, dove hanno tenuto una conferenza stampa.

Naveed Walter, presidente di Hrfp, ha spiegato in conferenza che hanno dichiarato l’11 giorno come “giorno di lutto” per protestare contro “i crescenti episodi di ingiustizia e di discriminazione” contro i cristiani pakistani e, in specie, per chiedere la modifica della Legge sulla blasfemia. La legge punisce chi è ritenuto fare proselitismo ed è stata spesso usata da gruppi estremisti per colpire i cristiani, con molti poliziotti che li arrestano anche per una semplice accusa verbale.

Naveed ha anche sollecitato una modifica del sistema elettorale che consenta alle minoranze religiose pakistane di eleggere in modo diretto i loro rappresentanti nei parlamenti nazionale e regionali, mentre oggi ogni minoranza ha una quota di seggi riservati che sono però destinati a persone scelte dai Partiti politici, senza passare per il vaglio del voto popolare.

Per l’11 agosto il governo pakistano aveva annunciato una “Giornata delle Minoranze”. Nazir S. Bhatti, parlamentare cristiano, ha a sua volta risposto che non ha senso parlare di “giorno delle minoranze” finché nel Paese i cristiani sono perseguitati per la loro fede con arresti e violenze, e ha annunciato che anche lui avrebbe osservato un “giorno di lutto” in ricordo di simili persecuzioni contro le minoranze.