Incendio a una chiesa: condannati 2 giovani islamici
A gennaio la Chiesa Metro Tabernacle รจ stata assaltata con oggetti incendiari e pietre. Ora i due giovani sono stati condannati a 5 anni. Il tribunale ha voluto anche dare un monito contro gli attacchi interreligiosi esplosi in quel periodo.
Kuala Lumpur (AsiaNews/Agenzie) – Sono stati condannati a 5 anni di carcere per l’incendio a gennaio della Chiesa Metro Tabernacle, dell’Assemblea di Dio, 2 degli 8 giovani arrestati dalla polizia poco tempo dopo. L’8 gennaio alcune persone hanno lanciato oggetti incendiari e pietre contro l’edificio, che si trova nella periferia di Kuala Lumpur, creando gravi danni (nella foto).
 
I fratelli Raja Muhammad Faizal Raja Ibrahim di 24 anni e Raja Muhammad Idzham Raja Ibrahim di 22 sono stati trovati dalla polizia con evidenti ustioni e si sono difesi dicendo di essersele procurate facendo un barbecue.
 
Il giudice ha indicato l’atto come “vergognoso” e ha detto che i condannati hanno “disonorato il Paese”.
 
L’attacco è stato il primo di una serie di assalti contro luoghi di culto a Kuala Lumpur (11 chiese, 3 moschee, un tempio Sikh e 2 stanze di preghiera islamiche) che lo scorso gennaio ha messo in pericolo la convivenza interreligiosa e interrazziale nella capitale.
Gli attacchi sono avvenuti dopo che un tribunale nel dicembre 2009 aveva autorizzato un giornale cattolico a utilizzare il nome “Allah” per descrivere il Dio cristiano, uso che gruppi islamici radicali ritengono blasfemo.
 
Il governo sostiene questa posizione estremista e ha persino proposto appello contro la sentenza del dicembre, nonostante simile uso sia del tutto normale in Paesi islamici ortodossi come Egitto e Indonesia, e nonostante i cristiani abbiano dimostrato che in Malaysia vi sono prove dell’uso cristiano di questo termine fin dal 17° secolo.
 
Secondo analisti, l’appoggio del governo ai gruppi integralisti ha scopi elettorali. Schierandosi con loro, il partito di maggioranza, l’Umno, spera di avere maggior appoggio elettorale. Il partito islamico di opposizione, il Pas, difende l’uso della parola anche per cristiani ed ebrei.