Rientrata la crisi diplomatica tra Bangkok e Phnom Penh
di Weena Kowitwanij
Gli ambasciatori tornano alle rispettive sedi diplomatiche. I tre thai arrestati dai cambogiani dovrebbero essere rilasciati entro pochi giorni. Ma a sbloccare la situazione hanno contribuito le dimissioni dell’odiato ex premier thailandese Thaksin da consigliere economico di Phnom Penh.

Bangkok (AsiaNews) – Thailandia e Cambogia fanno tornare al loro posto i rispettivi ambasciatori, dopo l’ennesima tensione diplomatica tra i due Paesi confinanti. Questa volta a far scattare la crisi era stato l’arresto di tre cittadini thai da parte di militari cambogiani. I tre ora dovrebbero essere rimpatriati entro pochi giorni. L’annuncio del rientro degli inviati diplomatici è stato dato oggi dal primo ministro thailandese, Abhisit Vejjajiva. A sbloccare la situazione hanno contribuito le dimissioni di Thaksin Shinawatra, l’odiato ex premier thailandese costretto all’esilio, nominato a novembre consigliere economico di Phnom Penh.

“Prasart Prasartwinitchai, l’ambasciatore in Cambogia, farà ritorno oggi a Phnom Penh, contemporaneamente anche l’inviato cambogiano tornerà a Bangkok”, fa sapere il primo ministro. Che si dice convinto del pronto rilascio dei tre thailandesi arrestati lo scorso 18 agosto dai cambogiani.

A peggiore i rapporti tra i due vicini aveva contribuito la notizia della nomina di Thaksin a consigliere di Phnom Penh. Il vice premier Suthep Thaugsuban, incaricato degli affari sociali, ha ringraziato il primo ministro cambogiano Hun Sen per aver accettao le dimissioni di Thaksin. “Ora possiamo discutere della situazione dei confini più tranquillamente”, ha detto Suthep.

Il portavoce del governo cambogiano Kaew Kanharith ha rivelato che la scelta di Thaksin di dimettersi dipende da “questioni personali” e non va letta come un compromesso politico. Il conigliere legale di Thaksin ha aggiunto che “la rinuncia all’incarico dipende dal fatto che il signor Thaksin ha molti altri affari da svolgere in vari Paesi”.

Il ministro degli Esteri Kasit Piromya ha inviato i due governi a far scendere la tensione nell’ottica di intavolare colloqui proficui per risolvere l’annosa disputa sul tempio Preah Vihear (nella foto). Proprio questa, l’anno scorso, aveva portato al richiamo dei rispettivi ambasciatori in patria.

La disputa sui confini è in corso dal 1962, quando la Corte internazionale attribuisce alla Cambogia il controllo delle rovine del tempio indù di Preah Vihear. La zona dove sorge il tempio è considerata territorio cambogiano, ma è circondata da scoscesi dirupi coperti di giungla che la Thailandia considera suoi. Inoltre per la morfologia del territorio il sito è impossibile da raggiungere passando dalla Cambogia. In questi anni sono avvenuti diversi scontri tra i due eserciti dislocati nei pressi del sito. L’ultimo risale all’aprile 2009 ed è costato la vita a quattro soldati thai.

Nonostante la disputa territoriale, i rapporti economici e commerciali tra i due vicini sono in crescita. Secondo le statistiche dell’Ufficio per la promozione del commercio internazionale di Phnom Penh, il volume di scambi tra i due paesi nei primi sette mesi del 2010 è cresciuto del 76%. La Cambogia esporta in Thailandia grano e importa fertilizzanti, ad esempio.